Avezzano. Il Centro di salute mentale della Asl di Avezzano trasformato in un “emporio” di certificati medici falsi, con il dirigente che dietro pagamento di somme di denaro dispensava documenti utili ad avanzare domande risarcitorie all’esito di incidenti stradali, istanze di congedo per malattia al proprio datore di lavoro, domande di invalidità e persino richieste di autorizzazioni o permessi per superare misure cautelari pendenti.
Il giro è stato scoperto dalla Guardia di Finanza che ha arrestato dieci persone, di cui tre in carcere e sette ai domiciliari: coinvolti uno psichiatra della Asl, politici imprenditori e persino un pregiudicato. L’inchiesta della procura di Avezzano denominata “tutti per uno” è stata caratterizzata da una lunga attività d’indagine supportata da intercettazioni ambientali e riprese video, portata avanti dal comando provinciale guidato dal colonnello Sergio Aloia, e dalla compagnia di Avezzano.
Le dieci persone raggiunte da ordinanza di custodia cautelare ed altri 18 indagati devono rispondere, a vario titolo, di frode processuale, corruzione, falsità materiale e ideologica commessa da pubblici ufficiali in atto pubblico, frode assicurativa, truffa ai danni dello Stato e favoreggiamento.
Tra i “clienti” dello psichiatra anche un ex consigliere ed assessore regionale che grazie alle certificazioni del medico aveva incrementato le sue richieste risarcitorie ad una società assicurativa. Tra le figure chiave dell’inchiesta anche un altro ex politico comunale che secondo gli investigatori era solito “ungere” i meccanismi della pubblica amministrazione per ottenere false certificazioni mediche per lui e per la moglie.
L’operazione denominata “Tutti per uno” giunge al termine di un’inchiesta partita da alcuni accertamenti preliminari svolti dalle fiamme gialle della Compagnia di Avezzano nei confronti di soggetti pubblici e privati operanti nel settore sanitario, che ruota attorno proprio alla figura dell’ex politico di Avezzano.
Secondo le indagini dei finanzieri avrebbe ricevuto somme di denaro per la redazione di falsi certificati: a inchiodarlo anche alcune intercettazioni ambientali e filmati registrati dagli investigatori che hanno piazzato nel suo ufficio cimici e telecamere. Il monitoraggio dell’ufficio della Asl avrebbe permesso di accertare una incessante attività di “vendita” di certificati falsi a diversi pazienti che si avvicendavano, probabilmente anche grazie al passaparola.
La Finanza, durante una perquisizione ha anche scoperto un locale adibito a studio medico, dove il professionista riceveva i pazienti nonostante operasse in regime intra-moenia, che impedisce lo svolgimento di attività libero professionale, e materiale come cartelle cliniche, ricettari e timbri della Asl.
Tra gli episodi illeciti scoperti dalle fiamme gialle, l’elaborazione di false certificazioni a favore di un altro medico per evitare a quest’ultimo il trasferimento di sede, l’attestazione di patologie fittizie certificate ad un noto pregiudicato che si era rivolto al dirigente pubblico per ottenere certificazioni sanitarie che lo esentassero dal presenziare ai processi a suo carico ed evitargli così situazioni “particolarmente stressanti”.
E ancora, il riconoscimento di false malattie psicosomatiche a due pubblici dipendenti che hanno consentito al primo di assentarsi da lavoro per periodi prolungati e al secondo di ottenere l’esonero dalle attività lavorative pur mantenendo lo stipendio; il riconoscimento di una pensione di invalidità da parte dell’Inps per una donna.
La posizione della ASL. “Rivolgo un plauso alla Guardia di Finanza per l’attività di indagine che sta portando avanti in merito ai gravissimi fatti emersi in queste ore dalle indagini e che purtroppo coinvolgono anche dipendenti dell’azienda”
Lo afferma il Manager della Asl, Rinaldo Tordera, in merito all’inchiesta sui certificati medici falsi.
“Dai primi riscontri dell’indagine sono emersi fatti inqualificabili ed estremamente gravi”, aggiunge Tordera, “ed auspico che l’inchiesta consenta di individuare eventuali responsabilità di operatori che svolgono compiti importanti all’interno delle istituzioni sanitarie e che dovrebbero sempre dare prova ed esempio di correttezza e credibilità. Siamo al fianco delle Fiamme Gialle per dare loro, se necessario, la massima collaborazione nel proseguimento delle indagini”