Il nutrito gruppo di coltivatori di tutta la regione, radunato nella tendostruttura comunale, alla presenza del sindaco Carmine Presutti e del Commissario del Parco Regionale Sirente Velino Igino Chiuchiarelli, si aspettava risposte dalla riunione convocata nel piccolo comune della valle Peligna per parlare della disparità di trattamento per i rimborsi riservata a chi lavora i campi dentro e fuori dai parchi nazionali e regionali. “Ma l’assessore non ha risposto”, riferisce Adriano Marrama, promotore dell’incontro e rappresentante del comitato, che a Imprudente ha esposto situazione e proposte.
“Il problema dei danni da fauna selvatica alle produzioni agricole ha assunto dimensioni catastrofiche”, ha rimarcato Marrama, “non passa giorno senza che si registrino danni enormi. Cinghiali, cervi, caprioli, lupi, istrici, tassi, cornacchie e tordi non permettono la programmazione delle semine: non permettono di raccogliere niente”.
Mentre si aspetta l’approvazione del nuovo piano venatorio per cercare di arginare gli assalti alle piantagioni, gli agricoltori si battono per ricevere un equo risarcimento. Se, infatti, ammontano a 2,3 milioni di euro i danni riportati, un migliaio di operatori abruzzesi possono ambire al pagamento solo del 22%, in base al regime De Minimis. E su questo la voce di Marrama si è levata forte: “Se la Costituzione italiana ci reputa tutti uguali, perché chi coltiva dentro il parco della Majella, del Sirente Velino e dalle altre riserve riceve il rimborso totale e a noi che siamo fuori toccano le briciole?”.
Quindi le proposte avanzate dal rappresentante del comitato: “Liquidare immediatamente le somme accantonate per il 2018, pari a 586mila euro, ma soltanto come anticipo”. La Regione, infatti, ha inviato delle PEC agli agricoltori per chiedere l’accettazione del 22% previsto dalla legge: “Se li accettiamo, però, poi non possiamo più fare ricorso e chiedere il 100%”, spiega Marrama, che ha invece ribadito la necessità che la Regione integri a saldo la restante parte, suggerendo anche dove reperire i fondi. “Ci sono risorse per 300mila euro avanzate negli anni passati, quando la gestione dei rimborsi spettava alle Province, che alcuni operatori non hanno accettato e incassato. Inoltre, si potrebbero impiegare su questa annualità altri 500mila euro anticipandoli dai fondi per il prossimo anno”.
“L’assessore non ci ha dato risposte certe, non ha preso impegni né decisioni, e noi continuiamo a lavorare per vedere investimenti e fatica andare distrutti giorno dopo giorno”, ha chiosato amaramente Marrama, indignato con Imprudente per un commento rilasciato mentre venivano esposte le richieste: “Imprudente, viste le mie tante proposte, mi ha ironicamente suggerito di candidarmi alla Regione. Ma è lui ad essere stato votato ed eletto, e se tanto millantano di portare il cambiamento in Abruzzo, trovasse il modo di risolvere un problema che dura da anni”.