L’Abruzzo ha il 35% di territorio in siti Natura2000 nati per proteggere la fauna e la flora ma ha da tempo subdelegato improvvidamente ai comuni la delicatissima procedura della Valutazione di Incidenza Ambientale senza alcun criterio o evidenza sulle capacità degli enti locali nel trattare i problemi di fauna e flora, rimediando anche una sonora censura da parte della Commissione Europea.
Oggi si arriva al paradosso che gli uffici di un piccolo comune di 300 abitanti dei parchi nazionali d’Abruzzo, della Majella o del Gran Sasso, che spesso vede il segretario comunale una volta alla settimana, sono competenti per valutare l’incidenza di un qualsiasi progetto sulla fauna come Orso, Lupo, Aquila reale ecc.. Con il paradosso che gli enti parco di livello nazionale, nati per lo scopo di tutela, sono tenuti a presentare il proprio parere al piccolo comune, parere che però non è neanche vincolante!
Dichiara Massimo Pellegrini, presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese e naturalista “Arriviamo alla follia amministrativa di geometri e ingegneri degli uffici tecnici privi di qualsiasi esperienza su habitat e specie che devono disquisire e decidere su problematiche di ecologia e biologia della conservazione per specie come Lupo, Orso bruno, Coturnice, Picchio dorsobianco, Aquila reale, Gracchio corallino, Iris marsica ecc. Caso clamoroso quello di poche settimane fa del geometra del Comune di Ovindoli che ha firmato la Valutazione di Incidenza* per il mega-progetto da 12 milioni di euro per i nuovi impianti di risalita in pieno parco del Sirente, area sottoposta ai vincoli comunitari delle Zone di Protezione Speciale e dei Siti di Interesse Comunitario. Aveva esperienza sulla Coturnice? Sul Falco pellegrino? Sulla rarissima Vipera dell’Orsini? La Commissione Europea ha aperto una procedura di pre-infrazione Pilot nel 2014 sulle modalità con cui in Italia si svolge la Valutazione di Incidenza.
Tra le tante criticità ha proprio evidenziato l’assenza di capacità specifiche in molte procedure valutative. Ora, con la pubblicazione delle Linee guida nazionali in Gazzetta Ufficiale lo scorso 28 dicembre quello che appariva ovvio è stato ufficializzato: le regioni devono assicurare che presso gli enti competenti per la Valutazione di Incidenza devono esserci figure tecniche adeguatamente preparate con esperienza documentata sui temi trattati. Inoltre bisogna assicurare formalmente la pubblicità e la trasparenza per permettere il deposito delle osservazioni da parte del pubblico, cosa che oggi molti comuni abruzzesi non fanno. Inoltre bisogna fermare il diffusissimo fenomeno del copia-incolla e assicurare che anche i redattori degli studi di incidenza realizzati per conto dei proponenti abbiano esperienza specifica sulle specie e sugli habitat che stanno trattando garantendo, appunto, la predisposizione di reali studi ambientali. Insomma, sono state confermate tutte le criticità che plurime volte noi avevamo denunciato assieme alle altre associazioni”.
Ora la Regione Abruzzo dovrà assicurare il rispetto delle linee guida da parte dei comuni oggi competenti e dei proponenti i progetti e i piani. Aspettiamo verifiche adeguate da subito da parte del servizio VIA della Regione.
Sicuramente per risolvere in parte le criticità delle procedure di Valutazione di Incidenza sarebbe bene sollevare i comuni da questa incombenza. Bene quindi la proposta di legge del presidente della Commissione Ambiente Marcovecchio che va in questa direzione, prevedendo di far tornare le Valutazioni di Incidenza appunto alla Regione. Si rischia però di ingolfare pesantemente gli uffici regionali, tanto che nella stessa proposta si prevede un periodo transitorio per la riorganizzazione degli uffici che potrebbe durare fino a 180 giorni. Inoltre in Regione non ci sono così tanti specialisti esperti di fauna e flora.
Pertanto l’associazione propone di semplificare e sburocratizzare a favore dei proponenti coinvolgendo le aree protette nazionali che tanto, oltre a rilasciare il parere sulla Valutazione, devono esprimersi anche con il nulla osta che di regola dovrebbe essere l’atto finale del procedimento. Tanto vale passare a questi enti tutta la partita per gli interventi che ricadono esclusivamente nei loro territori evitando duplicazioni e lungaggini. Inoltre gli enti parco hanno sicuramente personale esperto sulla biodiversità e banche dati e informazioni su specie ed habitat che la Regione non possiede.
Auspichiamo che i consiglieri regionali, a cui abbiamo inviato una proposta emendativa, la condividano per rendere la procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale un momento di reale e concreto miglioramento della governance ambientale.