“Il dato regionale sul reato di usura, esposto dalla ricerca pubblicata dal “Sole 24 ore”, che vede le 4 province abruzzesi nelle prime 15 posizioni, porta con sé due importanti riflessioni.
La prima afferente alla necessità, per la regione Abruzzo, di dare vita, attraverso un processo di razionalizzazione e riorganizzazione delle due società partecipate a vocazione economica, ad una realtà che per il tramite della Finanziaria Regionale Abruzzese, possa esercitare autentiche funzioni bancarie. La seconda, relativa al consolidamento di una efficace politica di facilitazione di accesso al credito delle piccole e medie imprese attraverso un rapporto di collaborazione concreto tra la Regione, il Sistema Bancario ed il Fondo Centrale di Garanzia”.
Ad affermarlo è l’assessore regionale alle Attività produttive Mauro Febbo che aggiunge quanto segue: “Da tempo, e in più occasioni, ho ravvisato l’urgenza di avviare in Abruzzo una seria riflessione e, di conseguenza, una vera riforma sull’accesso al credito da parte delle micro, piccole e medie imprese. In Abruzzo da troppi anni non abbiamo più le Banche locali che in precedenza ricoprivano un ruolo ed una garanzia per l’accesso al credito per le tante imprese abruzzesi. Infatti, analizzando gli ultimi dati pubblicati dalla CNA emerge come nel secondo trimestre 2019 il credito alle piccole imprese subisce, sui 12 mesi precedenti, una flessione di ben 90 milioni di euro, in valori percentuali il credito alle piccole imprese decresce del 3,2%, mentre quello italiano flette del 2,7%. La pesante flessione del credito alle piccole imprese si inserisce in un sistema produttivo debole che ha bisogno di cambiare passo per tornare a essere competitivo. La regione viaggia a due velocità. Da un lato ci sono le grandi imprese in grado di incidere con meno fatica, dall’altro le Pmi e le micro-imprese, che rappresentano il cuore del nostro tessuto produttivo, purtroppo ancora in difficoltà.
Ed è su queste ultime che il governo regionale vuole concentrarsi. È necessario dare una boccata di ossigeno al sistema creditizio, soffocato da un’eccessiva ristrettezza dei margini di accesso ai finanziamenti, applicati dagli istituti di credito. Pertanto – conclude Febbo – è arrivato il momento di iniziare a lavorare alla fusione tra Abruzzo Sviluppo e Fira al fine di creare un unico ente regionale capace di essere funzionale alle imprese abruzzesi. Tra l’altro, con la fine del ruolo dei Confidi, è urgente avviare l’iter previsto dall’art. 106 della legge bancaria che prevede, dietro autorizzazione della Banca d’Italia, di essere iscritti nell’albo degli intermediari finanziari. Su questi argomenti ho posto da tempo attenzione e convocato per mercoledì 16, unitamente alla Fira, il primo “tavolo del credito” con il compito di iniziare il percorso che porti a soluzioni concrete per una Regione che ha il più alto tasso di industrializzazione del Mezzogiorno”.