Un altro detenuto si toglie la vita in carcere: aveva tentato di uccidere la moglie

Ha deciso di togliersi la vita nel carcere di Castrogno di Teramo Jeton Bislimi, cittadino macedone di 34 anni autore del tentato femminicidio di Capestrano.

Lo scorso 14 novembre l’uomo aveva inferto dieci coltellate alla moglie in diverse parti del corpo cercando poi di farla finita ingerendo numerosi farmaci. Il tentativo di suicidio dell’uomo non è però andato a buon fine e, una volta arrestato, Bislimi è stato condotto in cella il giorno successivo.

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Un nuovo suicidio in carcere: sulla vicenda si cerca di fare luce – abruzzo.cityrumors.it

Ebbene, l’uomo ha evidentemente approfittato di un momento di scarso controllo delle sue condizioni per compiere nuovamente l’estremo gesto, impiccandosi. Un tentativo che questa volta si è realizzato, aprendo nuove polemiche sulle condizioni carcerarie.

Voleva uccidere la moglie, si è tolto la vita in carcere

Tutto ciò premesso, occorre rammentare come sulla vicenda siano attualmente in corso gli accertamenti portati avanti dagli uomini della Procura della Repubblica di Teramo e della polizia penitenziaria.

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Il sindacato rilascia dichiarazioni pesanti – abruzzo.cityrumors.it

È intanto intervenuto sul caso il sindacato Uilpa, che ha sottolineato come si tratti del “decimo detenuto che si toglie la vita in questo anno 2024, che sembra essere iniziato peggio dei precedenti, nei quali si erano raggiunte cifre record di 84 suicidi nel 2022 e 69 nel 2023”.

Per il sindacato ci sarebbero poi alcuni tratti in comune con altri nefasti eventi: è infatti ancora un suicidio di un detenuto nelle carceri per impiccagione e ancora nella sezione destinata ai detenuti per reati a grande riprovazione sociale (i c.d. protetti).

Pure un appartenente al corpo di polizia penitenziaria domenica scorsa ha posto fine alla sua esistenza. La campana ormai suona quasi ogni giorno nelle carceri e suona davvero per tutti noi, salvo per quanti sembra si ostinino a non volerla udire” – ha dichiarato Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria.

A intervenire sulla vicenda è stato anche Donato Capece, che del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria è segretario generale. Capece ha espresso tristezza per l’accaduto, affermando che un detenuto che si toglie la vita in carcere “è una sconfitta per lo Stato e per tutti noi che lavoriamo in prima linea” e precisando che l’evento è avvenuto alle ore 13 nella Sezione Protetta dove vige la custodia aperta. “Era in carcere per tentato omicidio della moglie e non aveva dato alcun segnale di instabilità o preoccupazione. Si tenga conto che in quel momento c’era in servizio un solo Agente per 100 detenuti… Certo è che decidere di uccidersi è una scelta che ha sconvolto tutti, operatori ed altri ristretti” – ha poi concluso.

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