Le autostrade laziali e abruzzesi A24 e A25 sono caratterizzate dalla presenza di 153 ponti e viadotti: di questi ultimi, sono 13 gli “osservati speciali” per il degrado del calcestruzzo e del ferro, sulla sicurezza dei quali è scattato l’allarme dopo le denunce di cittadini, associazioni e delle stesse istituzioni.
In particolare, nel viadotto di Macchia Maura nel comune di Bugnara, il ministro per le Infrastrutture e
Trasporti Danilo Toninelli ha effettuato due sopralluoghi in due giorni consecutivi. Nonostante gli allarmi, anche da parte del ministro, la concessionaria Strada dei Parchi Spa continua a sottolineare che le opere sono sicure anche se sono urgenti gli interventi di messa in sicurezza sismica tanto che oggi c’è stata la diffida a sbloccare i 192 milioni di euro inseriti nel decreto Genova.
Le altre infrastrutture ritenute a rischio sono gli svincoli per Bussi e Tornimparte e Casale San Nicola, frazione di Isola del Gran Sasso, all’altezza dell’accesso del traforo del Gran Sasso sul versante teramano,
il viadotto di San Giacomo, che prende il nome dall’omonima frazione del Comune de L’Aquila, nella parte sottostante del quale sono caduti pezzi di calcestruzzo, Pietrasecca, che si trova dopo il comune di Carsoli il viadotto Gole di Popoli sulla A25, il tratto della stessa autostrada che collega Pratola Peligna a Cocullo.
I 153 ponti e viadotti si sviluppano per complessivi circa 118,8 chilometri: per comprendere l’imponenza di queste strutture basta pensare che alcuni di questi viadotti superano i 100 metri di altezza. Lungo le due arterie ci sono 54 gallerie che s’incontrano sul tragitto e che, con uno sviluppo complessivo di circa 70,8 km, rappresentano il 12,6% del percorso autostradale: otto di queste hanno lunghezze variabili fra duemila e diecimila metri.