L’esposto è stato consegnato alle nove Procure della Repubblica interessate dal tracciato, al Mit, alle Regioni e alla Corte dei Conti.
A seguito dell’esame del Piano Economico Finanziario divulgato assieme al resto della convenzione dal Coordinamento NoToto, secondo quanto hanno appreso gli ambientalisti, ogni anno avrebbero dovuto essere spesi 25,8 mln di euro per lavori di manutenzione ordinaria compresi quelli sui ferri e sul calcestruzzo delle pile e delle impalcate. Nell’esposto si chiede di verificare lo stato delle opere d’arte, se siano ”stati effettuati gli interventi di manutenzione ordinaria in capo al concessionario”.
La replica. Sulle manutenzioni e il rispetto dei piani concordati con il Ministero Infrastrutture e Trasporti, negli ultimi dieci anni, Strada dei Parchi ha investito qualcosa come 208 milioni di risorse proprie. Andando ben oltre gli impegni sottoscritti con il Ministero, tanto che leggendo i dati consuntivi di tutte le concessionarie pubblicati proprio sul sito del MIT , alla scheda “investimenti manutenzioni Strada dei Parchi” emerge che la concessionaria di A24 e A25, nel periodo 2009 2016, ha investito circa 11 milioni di euro in più rispetto a quanto concordato con il Ministero” Lo scrive Strada Parchi rispondendo all’esposto presentato da Nuovo Senso Civico.
”A questa somma si aggiunge l’imponente lavoro fatto tra la primavera del 2017 e luglio 2018 per mettere in atto il primo intervento del “Piano di messa in sicurezza urgente” – continua Strada Parchi – Si è intervenuti su circa duemila pile che sostengono i viadotti, con strutture in acciaio così da impedire il cosiddetto fenomeno di “scalinamento dei viadotti” in caso di sisma. L’investimento ha sfiorato i 170 milioni, risorse anticipate per oltre due terzi dell’importo da parte della Concessionaria. Strada dei Parchi attende ora di poter proseguire con la seconda fase del programma di messa in sicurezza urgente ed adeguamento sismico dell’infrastruttura in gestione, come noto i progetti sono stati approvati in linea tecnica dai competenti Provveditorati di Abruzzo e Lazio, per dare avvio ai cantieri si è in attesa della rimodulazione delle risorse stanziate per legge, ma solo a partire dal 2022”.