“Una proposta, quella del Ministro, formulata senza una necessaria pacata riflessione. In questi momenti di cordoglio e di criticità tutti devono riflettere sul ruolo dell’attività venatoria e dei rischi ad essa connessi, collaborando e lasciando da parte interessi di parte o atteggiamenti strumentali”.
L’assessore Pepe ricorda al Ministro Costa che l’approvazione del calendario venatorio rappresenta “un naturale terreno di confronto tra interessi contrapposti: tra le legittime aspettative del mondo venatorio e le rivendicazioni, le priorità e i principi portati avanti dal mondo ambientalista. In questo contesto condiviso ed equilibrato previsto dalla legge maturano le scelte e le regole da applicare; chi vuole stravolgerle non ha rispetto per questo lavoro”.
“Purtroppo gli incidenti di caccia avvengono per la pericolosità intrinseca nelle armi che vengono usate – osserva l’assessore Dino Pepe – pericolosità che va opportunamente seguita e prevenuta applicando tutti gli accorgimenti necessari. Non è certamente vietando la caccia la domenica che gli incidenti vengono evitati, anche per il semplice fatto che le attività nei boschi e nelle campagne non avvengono solo la domenica. Voglio infine ricordare che la caccia, indipendentemente da come ciascuno di noi possa intenderla, è sì una attività controversa, ma al tempo stesso molto utile al mantenimento di alcuni equilibri faunistici.
Basti pensare alla caccia al cinghiale che oggi è il principale, se non l’unico, fattore limitante delle sue popolazioni. Ebbene dobbiamo comprendere che cacciare i cinghiali significa anche rendere più sicure le nostre strade, riducendo il rischio di incidenti stradali provocati dal loro attraversamento e riducendo anche il numero delle conseguenti vittime e feriti; significa rendere più sicuro e dignitoso il lavoro degli uomini nei campi, sminuito e vanificato dai danni provocati principalmente da questo ungulato; significa proteggere e tutelare gli ambienti naturali, alcuni delicatissimi, sempre più devastati da orde di cinghiali; significa infine, contrarre la spesa pubblica necessaria per il ristoro dei gravi danni provocati da tutta la fauna selvatica e principalmente da questo invasivo ungulato.
Queste sono solo alcune delle tematiche da affrontare quando – conclude l’assessore alla caccia – si analizza nella sua interezza un fenomeno, per approdare attraverso un dibattito costruttivo, a misure equilibrate e condivise”.