L’Ance Abruzzo interviene in maniera sull’impasse che sta vivendo, ormai da oltre due anni, la ricostruzione post sisma 2016 nel Centro Italia e, in particolare, nella regione Abruzzo che, già vulnerabile a causa del sisma del 2009 e delle emergenze idrogeologiche, è stata nuovamente colpita con il coinvolgimento diretto di 3 province e 23 comuni (8% del totale).
Le emergenze, sismiche ed atmosferiche, che si sono susseguite anche amplificando i danni, hanno messo tutti a dura prova; le imprese hanno anticipato, tra l’altro, anche ingenti spese per far fronte al ripristino dei luoghi ed alla messa in sicurezza e, purtroppo, molte sono ancora in attesa dei pagamenti, a distanza di circa due anni dagli eventi più gravi.
La crisi economico e sociale è aggravata dalla mancata ricostruzione ed appesantita da ritardi procedurali, oltre che dagli avvicendamenti nella governance. Siamo già al terzo Commissario Straordinario e gli Uffici Speciali sono stati costituiti con estremo ritardo.
“Purtroppo – come spiega il presidente regionale dell’Ance Armando Di Eleuterio – non si è fatto tesoro dell’esperienza de L’Aquila, dove hanno sostanzialmente funzionato le norme sulla ricostruzione privata”.
E non si è fatto tesoro nemmeno della mancata ricostruzione pubblica post sisma 2009 al fine di individuare, preventivamente, e stimolare, con forza, procedure di intervento derogatorie, ed efficaci, con la consapevolezza di non poter affrontare la ricostruzione pubblica post emergenza secondo un Codice degli Appalti che, anche solo per “l’ordinario” si è rivelato inefficace ed anzi, spesso, dannoso.
“A luglio 2016 – ricorda ancora Di Eleuterio – il Presidente della Regione Luciano D’Alfonso, quale Vice Commissario per la Ricostruzione della Regione Abruzzo, su richiesta dell’ANCE Abruzzo, istituì un tavolo di lavoro con i soggetti e gli enti, pubblici e privati, interessati, a vario titolo, al buon andamento della ricostruzione. Da allora ad oggi, di quel Tavolo non se n’è avuta più notizia”.
L’Ance rinnova la disponibilità a riaprire il tavolo per un confronto fattivo, anche in linea con quanto attuato nell’ambito della ricostruzione post sisma 2009.
Per quanto riguarda l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione, anche l’Ance ricorda che la carenza di personale, ormai conclamata, rallenta fortemente il disbrigo delle pratiche, bloccando così la ricostruzione.
“I numeri sono impietosi – dice Di Eleuterio – inaccettabili a distanza di due anni dal sisma del Centro Italia”.
Le richieste dell’Ance in pratica si sostanziano in una serie di obiettivi: una governance stabile di riferimento secondo un quadro preciso delle attribuzioni, del crono programma delle attività e della garanzia del rispetto delle scadenze fissate.
Il potenziamento dell’organico dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione.
Snellimento delle procedure e trasparenza amministrativa.
Concrete, e chiare, possibilità di intervento per i privati e per le imprese al fine di intervenire anche in anticipazione.
L’attivazione di un Tavolo regionale permanente di monitoraggio e confronto produttivo.