Abruzzo. “Per venire a capo dell’infinita matassa di propaganda, che sta generando parte della politica locale, sulla questione della sede unica di Regione Abruzzo a Pescara, bisogna fare una vera e propria operazione di ripristino della memoria.
Perché questa vicenda è contornata da sette anni di scelte incomprensibili, dannose e demagogiche, prima della precedente Giunta e poi dell’attuale Giunta Marsilio. Mentre il M5S da sempre chiede una soluzione in linea con le norme adottate dal Governo nazionale in tema di spending review. La soluzione, infatti, ci sarebbe, e a basso costo, se solo ci fosse la volontà politica di attuarla” le parole arrivano dal Vicepresidente del Consiglio regionale Domenico Pettinari, che entra nel dettaglio “Nel 2015 l’allora Giunta Regionale, con la Delibera n. 182,avviava la Procedura di razionalizzazione del patrimonio immobiliare al fine di trasferire gli uffici di Regione Abruzzo, siti in Viale Bovio e Via Raffaello, poiché i palazzi di proprietà dell’Ente presentavano delle carenze strutturali in materia antisismica.
Con la procedura veniva individuato come nuovo insediamento il complesso immobiliare denominato “La City”, che sarebbe dovuto essere acquistato da una ditta privata per un costo di oltre 42 milioni di euro. Ma, dopo il nostro intervento, la procedura è stata sospesa e accantonata, poiché il complesso immobiliare, oltre ad essere acquistato per una cifra esorbitante per le casse della Regione, era posto all’interno della Zona di tutela C del Piano di Rischio Aeroportuale: in cui viene espressamente prevista l’impossibilità di collocazione della nuova sede, poiché non potevano essere svolti interventi che prevedevano un aumento del carico antropico degli edifici presenti.
Dal 2015 ci sono quattro anni di silenzio. Cambia la Giunta regionale e, nel 2019, l’attuale governo di centrodestra, con la Delibera n. 868, approva un nuovo Avviso pubblico per reperire sul mercato un immobile, tra i 5000 e 7000 mq, da affittare con opzione di riscatto. La zona indicata è in prossimità di Piazza Unione a Pescara e il fine è sempre quello di dislocare parte dei dipendenti traslocati dalle sedi di Via Raffaello e Viale Bovio. Avviso di cui poi non si è saputo più nulla. Ma nel contempo, la Giunta, senza annullare l’avviso pubblico in essere, decide di attuare le pratiche per affittare il PalaFiere di Via Tirino, adibito a centro vaccinale durante la Pandemia, per trasformarlo nella sede pescarese degli uffici della Regione Abruzzo. Ma anche questa soluzione rimane nella sfera delle parole.
Arriviamo così al 2022, dove il Presidente Marsilio gioca il jolly, e per trovare una soluzione al problema degli uffici regionali di Pescara decide di realizzare la nuova sede unica dove raggruppare tutti, o quasi, gli attuali uffici della Regione. La zona individuata è la centralissima Area di Risulta, antistante la stazione ferroviaria di Pescara, ad un costo di diverse decine di milioni di euro, da reperire anche con la vendita degli attuali immobili di proprietà della Regione Abruzzo siti su Viale Bovio e Via Raffaello. Immobili già di proprietà della Regione che dovrebbero essere ceduti, così come disposto ultimamente nella stessa Legge Regionale sull’assestamento di bilancio 2021.
Alla fine – incalza Pettinari – nel marasma di idee irrealizzabili e soluzioni inutili, si decide di occupare la zona più strategica e centrale di Pescara con cemento e uffici, tarpando le ali a ogni iniziativa che abbia come fulcro la fruizione turistica e culturale della città. Tutto questo mentre edifici di Viale Bovio e Via Raffaello, già di proprietà della Regione, giacciono in rovina nella servitissima zona nord della città.
Sono passati sette anni e nessuno ha mai realmente voluto prevedere la ristrutturazione, rivalutando il patrimonio esistente e creando due grossi corpi immobiliari in zona nord dove poter dislocare la quasi totalità degli attuali dipendenti regionali presenti su Pescara. Continuiamo a pagare affitti inutili dal 2015. Eppure il progetto per il recupero di quei palazzi esiste già, ma per motivi sconosciuti e lontani da ogni logica di buon senso, sono persi in qualche cassetto dal maggio 2019, quando l’allora Servizio Gestione e Patrimonio Immobiliare della Regione Abruzzo mise su carta una proposta di valorizzazione, senza contemplare l’assunzione di nuovi costi di locazione o mutui per l’acquisto di ulteriori immobili. Il costo totale è stato preventivato intorno ai 13 milioni di euro. Questo risolverebbe ogni problematica e farebbe risparmiare alla Regione milioni di euro di soldi pubblici” conclude.