“Negli ultimi anni il settore ha realizzato fatturati da capogiro e continua ad avere risultati economici di tutto rispetto, un comparto che interessa oltre duecentomila addetti”, sottolinea De Sanctis.
“Dal 2016 il contratto nazionale del Legno-Arredo, grazie alla capacità contrattuale delle parti sociali, stabilisce un recupero dell’inflazione che ha portato aumenti economici migliori rispetto alla media degli altri contratti. Oggi le imprese hanno deciso di non rispettare l’accordo firmato che prevede un meccanismo di recupero dell’inflazione reale, e negano la rivalutazione delle retribuzioni che, per il 2022, corrisponde a circa 130 euro al mese di aumento della paga base. Federlegno chiede inoltre che il contratto venga bloccato per un anno, negando ai lavoratori ogni miglioramento su orario, diritti e tutele.
Abbiamo richiesto: aumenti retributivi in linea con l’inflazione per tutelare il potere d’acquisto e per combattere l’incremento di prezzi e delle bollette, meno ore di lavoro a parità di retribuzione, maggiore formazione per gli operai e per gli impiegati di un settore che resta all’avanguardia in Italia.
Non riteniamo corretto applicare le regole solo quando fa comodo; ora che l’inflazione è alta, anche il potere di acquisto delle retribuzioni deve essere adeguato così come prevedono gli accordi di rinnovo contrattuale.
Pertanto abbiamo proclamato il blocco degli straordinari e delle ore di flessibilità in tutte le aziende che applicano il Ccnl Federlegno Arredo e Venerdì 21 aprile, nella settimana del Salone del Mobile, lo sciopero per l’intera giornata lavorativa con manifestazioni territoriali.
Le manifestazioni si terranno in 7 città; Treviso, Forlì, La Spezia, Pesaro, Calangianus e Matera, insieme a Milano, saranno protagoniste di una protesta iniziata a febbraio a seguito dell’interruzione delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto il 31 dicembre 2022.
La Filca Abruzzo Molise parteciperà alla manifestazione di Pesaro con i suoi lavoratori e delegati del settore del mobile; parliamo, fra le altre, dell’Aran e dell’Artigianmobili a Teramo, della Pail e della Tecknopac a Chieti, della Mastrangeli e Pagano e 3C a L’Aquila.
Lo sciopero è stato preceduto in queste settimane dalla proclamazione del blocco degli straordinari e della flessibilità e dallo svolgimento di assemblee nei luoghi di lavoro.
Si parla tanto del Salone del mobile e del prestigio di questo settore nel mondo, ma noi vogliamo ricordare che dietro tanta bellezza e qualità c’è la professionalità e il duro lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori del settore che attendono il rinnovo del loro contratto in un momento economico assai complicato.
I lavoratori del settore del mobile e arredo hanno affrontato le difficoltà dovute alla crisi economica 2010-2018 e al Covid, supportando e sostenendo le loro aziende attraverso flessibilità, riduzione dei salari, processi di riqualificazione, casse integrazioni e licenziamenti, permettendo a molte aziende di traguardare la crisi e rilanciarsi. Oggi queste imprese riscuotono i positivi risultati generati da questi passaggi ed è corretto contrattualmente ed eticamente che diano ai lavoratori, non di più, ma almeno quanto loro spettante a seguito di accordi sottoscritti per il rinnovo del contratto nazionale”.