Teramo. Filippo Gianfelice, segretario regionale Anaao-Assomed, già componente della commissione paritetica della Regione Abruzzo per l’Alpi (attività libero professionale intramoenia) mette in guardia da “soluzione demagogiche” all’annoso problema delle lunghe liste d’attesa.
“È un tema comune a tutte le regioni d’Italia, virtuose o meno che siano, ed è comune in tutta l’Europa perché’ tipico delle realtà che hanno un servizio sanitario pubblico”, sottolinea Gianfelice, contestando l’ipotesi di leggi per limitare le prenotazioni private delle visite in regime di intramoenia.
“Il problema deve essere affrontato con un procedimento ampio e condiviso, che passi sia attraverso un aumento dell’offerta, con una politica d’investimenti in termini di personale e apparecchiature, sia attraverso un controllo della domanda, riducendo l’appropriatezza e migliorando l’educazione in campo sanitario dei cittadini”.
Secondo il segretario regionale di Anaoo-Assomed, è grave che “un problema così complesso si voglia risolvere in maniera semplicistica, demagogica e, direi, anche dimostrando scarsa conoscenza della materia, come qualche politico fa in questi giorni annunciando proposte di legge per limitare le prenotazioni private in intramoenia – sulla falsariga di quanto già proposto qualche tempo fa in Toscana – come se questa fosse la piaga da contrastare”.
I numeri. L’attività in libera professione dei medici ospedalieri rappresenta meno dell’1% (0,38% per la precisione) dell’attività in regime di ricovero e meno dell’8% dell’attività ambulatoriale (dati relazione Ministero della salute 2016).
È un’attività che viene svolta al di fuori dell’orario di lavoro e pertanto, anche se si interrompesse, nulla cambierebbe sull’attività istituzionalmente svolta. Essa rappresenta infine una fonte di entrate non indifferente per le casse delle Aziende sanitarie.
“Proprio perché ha un basso numero di prestazioni rispetto all’attività istituzionale”, prosegue Gianfelice, ” “ne è facile e rapida la prenotazione, e inoltre i cittadini, nel 60% dei casi preferiscono scegliere da chi farsi visitare ed eventualmente operare (dati Cittadinanzattiva 2014).
Ricordo infine che è regolata da un’ampia normativa nazionale, legislativa e contrattuale, che non può essere stravolta strumentalmente, e che qualsiasi irregolarità avvenga nell’esercizio della stessa è punita con pene severe.
Il voler intervenire in maniera sbilenca in questo campo produce solo confusione nella popolazione e dà credito a tentativi di scardinamento del sistema sanitario pubblico, a favore di un sistema privato arrembante e dedito al profitto.
Contro azioni di questo tipo, noi medici ospedalieri del Sistema sanitario pubblico vigileremo sempre”.