Il processo sulla tragedia del 18 gennaio 2017 è arrivato fino al terzo grado di giudizio. Ma l’ultima decisione ha dato ragione ai familiari
La sentenza su Rigopiano era molto attesa e le sorprese non sono mancate. Chi si aspettava una conferma delle condanne di secondo grado è rimasto deluso. La Cassazione, infatti, ha deciso di far definitiva solamente la pena ad 1 anno e 8 mesi dell’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo.
Per gli altri principali si è ordinato un Appello bis. Un nuovo percorso giudiziario, quindi, che inizierà nelle prossime settimane e che potrebbe vedere delle sentenze diverse rispetto alle precedenti. “Siamo pronti a lottare fino alla fine. Ci si aspettava di più, ma un cambio di rotta c’è stato. Forse sarà la prima volta che il 18 gennaio andremo tutti insieme a celebrare i nostri cari con un cenno sul volto”.
Le tappe della tragedia di Rigopiano diverse. In primo e secondo grado sono arrivate sentenze che non hanno mai realmente convinto i familiari. Ora la Cassazione ha “riconosciuto in parte il dolore dei genitori” e la decisione di aprire ad un nuovo processo in appello è stata accolta con soddisfazione, ma anche la volontà di andare fino in fondo per una seconda parte che dovrà portare ad una giustizia per le 29 persone morte il 18 gennaio 2017.
Le persone che dovranno affrontare un nuovo progetto sono i sei dirigenti della Regione Abruzzo. Gli imputati erano stati assolti in primo e secondo grado, ma ora la loro posizione ritorna nuovamente sotto la lente di ingrandimento e non ci resta che aspettare i prossimi mesi per cercare di capire come si evolverà la situazione e quali saranno le decisioni dei giudici di secondo grado.
Ora cosa succederà? Per prima cosa, come spiegato in precedenza, la Corte d’Appello inizierà un nuovo processo per i sei dirigenti abruzzesi. La decisione della Cassazione ha annullato l’assoluzione e la speranza da parte dei familiari è che si possa arrivare ad una condanna anche per loro.
Naturalmente si preannuncia un percorso molto lungo visto che molto probabilmente si ritornerà in Cassazione nei prossimi mesi. Ma la decisione di dare vita ad un processo bis è sicuramente una prima vittoria dei familiari delle vittime, che hanno sempre lottato per avere giustizia.