D’Amario, dopo aver fatto il punto sulla progettazione degli ultimi quindici anni in tema di Cammini con finalità turistica, ha rimarcato “l’importanza dell’attività di raccordo tra il Ministero e le Regioni per favorire l’armonizzazione delle varie denominazioni in ambito turistico”. Inoltre, D’Amario ha anche sollecitato “la redazione di una legge quadro nazionale sui Cammini partendo dal lavoro già sviluppato dalla Commissione turismo. Presupposto imprescindibile – ha proseguito il Coordinatore degli assessori al Turismo – è l’aggiornamento dell’Atlante dei Cammini da parte di Regioni e Ministero del Turismo”. Si tratta di uno strumento che ha avuto la funzione di individuare alcuni iniziali criteri e standard di qualità comuni suggerendo, via via, la necessità di rendere omogenea l’offerta nazionale in modo da favorirne l’evoluzione in termini di brand puntando sulla qualità sia in termini infrastrutturali che di servizi.
“Ho anche sottolineato – ha aggiunto D’Amario – l’importanza di finanziare interventi strutturali sui Cammini nonché la necessità di investire, in maniera specifica, su servizi ed accoglienza”. Negli ultimi quattro anni, in attesa dell’erogazione dei fondi CIPE, le Regioni hanno investito risorse proprie per la valorizzazione e la promozione di itinerari e, congiuntamente, dei borghi e degli attrattori culturali e naturalistici ad essi collegati. L’attività coordinata delle Regioni sul tema del turismo lento dei Cammini, in collaborazione con gli organismi statali, ha già raggiunto rilevanti risultati in termini di popolarità e di reputazione dell’offerta di turismo lento e sostenibile dei Cammini d’Italia. Le risorse CIPE, collegate, nello specifico, ai cammini religiosi ed alla via Francigena, che vedono la maggior parte delle regioni italiane coinvolte, consentiranno di realizzare interventi di natura esclusivamente infrastrutturale legati alla messa in sicurezza dei percorsi, contribuendo a migliorare almeno le situazioni di maggiore emergenza, nell’obiettivo di realizzare una rete di percorsi di livello omogeneo per la qualità del tracciato.
“Tuttavia, – ha spiegato D’Amario in audizione – necessitano adeguate risorse per trasformare i Cammini in un prodotto turistico in grado di valorizzare le aree interne marginali anche creando nuova imprenditoria, soprattutto quella giovanile, attraverso un adattamento dello stesso prodotto ad un ampio e variegato pubblico nazionale e internazionale”. Sono quattro gli interventi prioritari previsti: il completamento infrastrutturale, l’accoglienza e la ricettività, l’accrescimento della competitività del sistema dei Cammini e la digitalizzazione ed infine la promozione. Riguardo al primo aspetto, appare fondamentale l’interconnessione infrastrutturale tra i Cammini per realizzare un’offerta unitaria omogenea, anche in chiave di intermodalità con le infrastrutture ferroviarie e aeroportuali e di trasporto. Sul tema dell’accoglienza e della ricettività, andrebbe colmata la carenza che tutti i cammini italiani lamentano in fatto di strutture in grado di accogliere i gruppi di visitatori.
A tal proposito, si pensa ad interventi per favorire la realizzazione ex novo o la riqualificazione di centri di ricettività privata, la riqualificazione della viabilità esistente e la creazione di microimpresa diffusa, finalizzata a servizi di assistenza e accoglienza funzionali al camminatore. Si avverte poi la necessità di generare una piattaforma unica nazionale per migliorare la collaborazione di tutti gli attori pubblici e privati della filiera legata ai Cammini, oltre all’esigenza di aggiornare tutte le informazioni utili al visitatore su standard unici nazionali.
Riguardo al tema della promozione, le Regioni ritengono che questo tema potrà essere sviluppato con maggiore puntualità quando verrà definita la destinazione delle risorse CIPE e verrà fatta un’attenta ricognizione di ulteriori risorse. “Appare in ogni caso indispensabile – ha concluso l’assessore D’Amario – nell’ambito di uno stretto coordinamento tra Ministero, Regioni ed ENIT, individuare modalità stabili di finanziamento dell’attività promozionale e di comunicazione turistica, rispetto alla quale si manifesta ancora come centrale lo sviluppo di un DNS nazionale, una piattaforma digitale per la “Destinazione Italia” che permette all’intero sistema turistico italiano di gestire in modo integrato l’informazione, la promozione ed l’eventuale commercializzazione dell’offerta e dell’interoperabilità tra portali turistici dei diversi livelli di destinazione”.