“Ci siamo battuti, in questi mesi, affinché si potessero limitare al massimo tali ricadute”.
A dirlo sono le organizzazioni sindacali del settore bancario (Fisac Cgil Abruzzo Molise, Fabi Abruzzo Molise, First Cisl Abruzzo Molise, Uil.ca Abruzzo Molise, Unisin Abruzzo Molise) che commentano l’esito dell’accordo sul piano di ristrutturazione di Banca Popolare di Bari.
“In merito alle dichiarazione dell’Assessore Febbo, sull’accordo, ci permettiamo di osservare che probabilmente non è consapevole del diverso ruolo della “politica” rispetto a quello che svolgono, con enormi difficoltà, i Sindacati. Ricordiamo che, su nostra richiesta, è stato convocato un unico incontro regionale, con la sua presenza. Da quell’incontro, ascoltati i buoni propositi, non è derivato alcun seguito pratico/programmatico.
Suggeriamo, all’Assessore Febbo, di effettuare una più attenta riflessione su quanto dichiarato alla stampa, nonché sui motivi di una mancata convocazione, degli Organi Istituzionali della Regione Abruzzo, da parte dei Commissari Straordinari della B. Popolare di Bari.
Da sempre i Sindacati hanno a cuore gli interessi “generali”, dell’intero paese, dei cittadini e delle lavoratrici e dei lavoratori, distinti da quelli “particolari”. E’ evidente che, in mancanza di un accordo sottoscritto con i Sindacati, nel breve, avrebbe prodotto la messa in liquidazione della banca stessa, con conseguenze ancor peggiori da quelle che abbiamo comunque limitato, con strumenti normativi e di settore che salvaguardano la volontarietà e non prevedono licenziamenti. Inoltre, nello stesso accordo, si creano le premesse per il rilancio di una banca al servizio di tutto il Meridione.
Le dichiarazioni dell’Assessore appaiono più dettate da necessità di circostanza per giustificare l’assenza di protagonismo, in una vertenza molto difficile, che volto alla ricerca di soluzioni vere per il territorio, come già accaduto nelle note vicende anche della ex Carichieti; sollecitiamo lo stesso ad una rilettura attenta dell’accordo e auspichiamo che l’interesse su tale vicenda non finisca nel dimenticatoio.
Evidenziamo, inoltre, che grazie al nostro puntuale intervento, siamo riusciti ad inserire la possibilità di cessione degli sportelli (ben 39 nella regione) ad un prezzo simbolico a società creditizie (magari non presenti in Abruzzo) che volessero investire sul territorio regionale. Tutto ciò dovrebbe spingere le Istituzioni locali a ricercare soluzioni idonee affinché si possano proteggere le attività e i servizi bancari in aree svantaggiate oltre alla salvaguardia dei posti di lavoro.
Alle organizzazioni sindacali interessano soluzioni e non facile propaganda.
In ultimo, facciamo presente che, siamo riuscite ad ottenere l’apertura di un fascicolo d’indagine, da parte della Commissione d’Inchiesta parlamentare sulle Banche, sugli accadimenti riguardanti le vicende che hanno interessato le ex Banca Tercas e ex Banca Caripe, a partire dal loro commissariamento e della successiva acquisizione delle stesse da parte della Banca Popolare di Bari”.