Pescara. Il sindacato USB a seguito della frequente adozione di atti e comportamenti scorretti e illegittimi da parte di direzione e presidenza dell’ente, con la complicità del consiglio di amministrazione, ha deciso di avviare una iniziativa per far conoscere all’opinione pubblica abruzzese e non solo, la situazione di grave illegalità gestionale presente nell’ente parco.
Tale situazione ha avuto come conseguenza l’adozione di comportamenti penalizzanti e discriminatori a danno della parte del personale meno condiscendente. Spacchettamento di uffici e frammentazione di competenze senza motivazioni di sorta sono state all’ordine del giorno in questi anni, fino alla soppressione dell’ufficio legale.
“Sicuramente ha contribuito il fatto che negli ultimi due anni, con l’avvicinarsi della scadenza del mandato di presidente e direttore, e con mutamenti del quadro politico, nazionale e regionale – si legge in una nota – si è assistito a un’accelerazione di iniziative e atti illegali da parte della compagine che gestisce l’Ente, finalizzati a rimandare nel tempo la nomina del direttore dell’Ente Parco.
Nel comunicato pubblicato di recente abbiamo cercato di dare una prima e sommaria informazione sugli atti di maggiore rilievo che sono stati adottati dalla direzione e dal consiglio direttivo dell’ente per mettere in atto questo disegno. Proprio ieri si è consumata l’ultima puntata di questa ignobile sceneggiata con la nomina da parte del Consiglio direttivo del parco del nuovo direttore f.f. interno, che sostituirà l’attuale. Contestualmente al comunicato abbiamo provveduto ad inviare alla Procura della Corte dei Conti, al Ministero dell’Ambiente, all’ANAC e alla Guardia di Finanza una richiesta di controllo sulla regolarità amministrativa della procedura di nomina del Direttore Facente Funzioni dell’Ente Parco e degli atti successivi alla nomina, nonché sulla correttezza dell’operato dell’Ente.
Per quanto concerne la procedura di nomina del direttore f.f., oltre a contestare il fatto che lo Statuto e il regolamento di organizzazione dell’ente non contemplano la possibilità di nominare il direttore secondo la procedura utilizzata (convenzione a scavalco), ma stabiliscono espressamente che si debba fare ricorso alla nomina del dipendente interno più alto in grado. Abbiamo anche evidenziato che dalla prima convenzione annuale stipulata con il parco regionale Sirente Velino, alla seconda, mai trasmessa per il controllo di legittimità al Ministero dell’Ambiente, il direttore da un compenso di 2000 euro mensili è passato a 54.000 euro annui, ai quali si somma il pagamento della retribuzione di risultato e le spese di viaggio per raggiungere la sede di lavoro (da Pratola Peligna a Sulmona). Il tutto a fronte di una spesa pari a zero che l’ente avrebbe sostenuto se avesse nominato come hanno fatto tutti gli altri parchi in queste circostanze il dipendente interno.
Abiamo contestato la nullità per le determine con cui è stato indetto il concorso per responsabile del servizio scientifico e amministrativo, il cui vincitore prenderà il posto di direttore f.f. In questo caso la determina è stata creata dal Direttore f.f., che ha validato la regolarità tecnica e amministrativa dell’atto prodotto da sé stesso. Sempre il Direttore f.f., ha stabilito in modo arbitrario che a partecipare potessero essere solo i responsabili degli uffici che aveva nominato in precedenza lui, escludendo tutti gli altri dipendenti. Sempre lui ha scelto i criteri da applicare per la valutazione dei partecipanti e il relativo peso, in violazione del Regolamento interno per i concorsi. Fra i criteri individuati c’è la performance, proprio per il periodo in cui la valutazione è stata stabilita e valutata da questo Direttore f.f.. Altrettanto grave il fatto che sempre il solito direttore ff. si è riservato di nominare la commissione di valutazione in caso di presentazione di più candidature, presieduta sempre da lui. Inutile dire che nessun atto è stato pubblicato per dar conto dell’applicazione dei criteri e della composizione della commissione giudicatrice presieduta sempre da sé medesimo. L’USB sta valutando l’azione più efficace a tutela dei lavoratori e del sindacato contro l’Ente.
Per quanto concerne il funzionamento dell’Ente, oltre alla circostanza già citata nel comunicato che il Direttore f.f. e il Presidente dell’Ente Parco, ormai scaduto, sono ambedue imputati per abuso d’ufficio presso il Tribunale di Sulmona con un procedimento penale partito nel 2013 e, che Presidente e Consiglio Direttivo hanno nominato in tutti questi anni il Direttore f.f. “Responsabile della trasparenza e dell’anticorruzione del Parco”, nella richiesta di controllo citata abbiamo contestato: l’affidamento illegittimo di gran numero di procedimenti legali, tutti assegnati per affidamento diretto agli stessi avvocati, senza traccia di bandi o avvisi pubblici, albi e rotazione di incarichi sul sito web dell’Ente. Non vi è traccia, in ogni caso neppure della delibera con la quale l’ente avrebbe potuto derogare alla competenza esclusiva dell’Avvocatura dello Stato; la mancanza di trasparenza, controllo e vigilanza, ovvero l’invio discrezionale delle deliberazioni degli organi amministrativi dell’ente al Ministero dell’Ambiente per l’espletamento del controllo preventivo di legittimità degli atti prodotti. In tutti questi anni si è verificato che l’ente vigilato, volta per volta a sua discrezione, ha deciso quello che riteneva opportuno inviare al suo controllore.
L’acquisto di quote consistenti di partecipazione alla DMC della valle peligna, una società consortile a responsabilità limitata di natura privatistica, dal momento che l’Ente doveva essere preventivamente autorizzato dal Ministero dell’Ambiente, previo parere favorevole vincolante della Corte dei Conti, cosa che si ritiene non sia mai avvenuta. Fra l’altro nel costo dell’operazione deve essere inserita anche la quota parte del cofinanziamento delle attività del Consorzio dal momento che questo resta sempre in capo ai consorziati.
Contributi ed elargizioni a soggetti di ogni tipo, soprattutto Comuni, in spregio al regolamento per la concessione di contributi, finanziamenti e patrocinio dello stesso ente, come anche in violazione della specifica normativa in materia, visto che i numerosi contributi sono stati concessi nella più totale discrezionalità senza che le somme appaiano nel capitolo di bilancio stabilito.
Realizzazione dell’evento “perla maiella”per un costo complessivo solo il primo anno di quasi 200.000 €, senza considerare i costi sostenuti per pagare le missioni e le ore di straordinario, festivo e notturno, ai dipendenti del Parco che hanno partecipato ai tre giorni dell’evento, che andrebbero aggiunte alle altre spese”.