L’anno scolastico che parte lunedì è destinato a mettere ancora una volta alla prova la nostra capacità di resistenza che da due anni a questa parte segna il nostro quotidiano per la pandemia in atto. Ci piace pensare che il peggio sia passato ma ciò costituirebbe esercizio inutile e soprattutto dannoso perché creerebbe aspettative che rischiano di essere poi clamorosamente disattese.
Dobbiamo invece essere vigili, senza per questo abbatterci più di tanto. Eppure nel buio degli ultimi due anni riusciamo a percepire la luce in fondo al tunnel e mi piace sapere che alla vigilia dell’anno scolastico elementi di sano ottimismo accompagnino non solo i nostri ragazzi ma anche le rispettive famiglie. Fa parte di questo “sano ottimismo” la volontà di eliminare quanto più possibile e quanto prima la cosiddetta didattica a distanza che tanto male ha fatto ai nostri ragazzi. La sua esistenza è ammissibile solo in casi di emergenza e non deve assolutamente considerata alla stregua della didattica tradizionale. In questa fase storica è compito di tutti noi creare le condizioni per il ritorno alla normalità, cioè creare le condizioni per dare possibilità a tutti gli studenti di essere presenti in aula per assistere alle lezioni.
A ciò ci si arriva solo con il contributo di tutti: dalle istituzioni agli studenti passando per le famiglie. Rompere le catene della DaD è il primo step da raggiungere in questo nuovo anno scolastico; riusciremo a romperle solo con il rafforzamento della campagna vaccinale, con il rispetto dei protocolli di sicurezza predisposti dalla scuola, con l’incremento della ricerca scientifica e con una comune volontà di uscire da un’emergenza che dura da troppo tempo. L’impegno che chiedo a voi studenti, è questo. Un atto di responsabilità collettiva che parte dalle nuove generazioni e che lentamente investe e chiama in causa le altre.
La scuola, sono convinto, sarà in grado di interpretare, leggere e guidare questo complesso processo. Così come ha fatto in tutti questi anni, quando è riuscita ad interpretare tutti i cambiamenti della società. Il lavoro instancabile del personale docente e non docente, di quello ausiliario e amministrativo e del personale dirigente ha fatto il resto conferendo alla scuola italiana quel primato tra le eccellenze del Paese.
Buon anno scolastico a tutti voi