L’Aquila celebra i giusti nella Giornata Europea a loro dedicata. Il capoluogo abruzzese farà omaggio a coloro i quali hanno impiegato la loro vita – a volte perdendola – ad aiutare gli altri.
Sabato 9 marzo alle ore 11.15, a L’Aquila si celebra la Giornata Europea dei Giusti presso il Convitto Nazionale “Domenico Cotugno”. Chi ha speso la propria esistenza ad aiutare il prossimo anche a rischio della propria vita merita una Giornata dedicata affinché i loro gesti d’altruismo non vengano dimenticati e possano fare da esempio per le generazioni future.
La cerimonia si terrà nel “Giardino delle Giuste e dei Giusti”, creato nel 2019 per iniziativa del Convitto Nazionale “Domenico Cotugno” e dell’Istituto Abruzzese per la Storia della Resistenza e dell’Italia Contemporanea (IASRIC). Per ogni personalità omaggiata viene posta una nuova pianta, quest’anno ne verranno aggiunte due.
L’Aquila omaggia due “giusti” di epoche diverse
Quest’anno, durante la Giornata Europea dei Giusti, il capoluogo abruzzese omaggerà due personalità diventate simbolo di altruismo e lotta per la libertà in due epoche diverse: Federico Costantini e Mahsa Zhina Amini. Il primo si è contraddistinto durante il periodo storico più buio del Novecento, la Seconda Guerra Mondiale, mentre la seconda ha pagato con la vita il suo diritto di essere una donna libera in un paese dove questa libertà non è ben vista.
Federico Costantini è uno dei capifamiglia del borgo montano di Ciampichetti, in provincia di Pescara, che nel 1943, dopo l’armistizio dell’8 settembre, aiutarono i soldati inglesi fuggiti dal campo di prigionia di Servigliano. La famiglia di Costantini, nello specifico, offrì la propria casa come rifugio al soldato H.A. Barson che riuscì così a tornare sano e salvo in Gran Bretagna. Qui mandò dei soldi, circa 10 sterline, alla famiglia per ringraziare dell’aiuto ricevuto, ma quei soldi non furono mai riscossi.
Mahsa Zhina Amini è nata nel 1999 e ha trovato una morte violenta nel 2022, a soli 23 anni, per mano della cosiddetta polizia morale che imperversa tra le strade di Teheran, la capitale iraniana. La polizia la arrestò per aver commesso un “reato di libertà”, non aver indossato il velo. Mahsa voleva essere libera di decidere, come donna e come cittadina con le proprie idee e convinzioni. Purtroppo, sotto un regime ideologico non è possibile. Mahsa venne picchiata e portata con la forza nel centro di detenzione di Vozara per poi essere trasferita all’ospedale dopo essere entrata in coma. Morì dopo tre giorni.
A loro due L’Aquila vuole rivolgerà un pensiero sabato 9 marzo durante la Giornata Europea dei Giusti, perché Francesco e Mahsa lo furono davvero.