“Le indennità di rischio percepite dalle Guardie mediche non potevano essere né sospese né tagliate come stabilisce e chiarisce definitivamente la sentenza n.66/2018 della Corte dei Conti della Regione Basilicata che assolve appieno gli amministratori della giunta regionale a cui veniva contestato il danno erariale per non essersi adeguati alla segnalazione e direttive della stessa Corte dei Conti”.
A comunicarlo è il consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo, ricordando come “sull’argomento sono intervenuto tempestivamente sin da subito denunciando e condannando il pasticcio creato proprio dalla Giunta della Regione Abruzzo quando, con la DGR numero 398 del 18 luglio 2017, ha deciso di eliminare e richiedere in formula retroattiva i 4 euro l’ora di indennità di rischio alle guardie mediche, venendo meno ad un accordo siglato più di dieci anni fa con tutte le ASL.
Infatti con la decisione assunta di sospensione e restituzione delle indennità di rischio da parte dei dottori delle Guardie mediche, si è creato solo un enorme caos causando un danno, preoccupazione e forte disagio a centinaia di medici di guardia medica chiamati in un primo momento addirittura a restituire ingenti somme, senza tener conto che le stesse sono state legittimamente erogate negli anni dalle ASL e regolarmente assoggettate a tassazione.
Adesso la stessa sentenza n.66/2018, appena pubblicata, chiarisce e definisce la legittimità del diritto acquisito da parte dei medici, come d’altronde ribadito sia dai stessi dottori sia dai sindacati. Ricordo, inoltre, che avevo fatto osservare in tutti i tavoli di confronto, prima in Commissione Vigilanza e poi durante il Consiglio Regionale attraverso una mia specifica risoluzione, come la Regione avesse intrapreso una strada illegittima, frettolosa e incoerente nel tagliare e richiedere la restituzione delle indennità di rischio percepite. Basta vedere come altre Regioni – spiega Febbo – sullo stesso problema sollevato dalla Corte dei Conti avevano assunto decisioni più caute e azioni meno dannose nei confronti dei medici.
Infatti la stessa Basilicata, come anche la Calabria e Lazio, hanno approvato, sempre a seguito della segnalazione della Corte dei Conti, provvedimenti diversi, come la decisione di congelare le indennità, senza richiedere le somme indietro ai medici operanti nei territori. In Abruzzo, al contrario, hanno prevalso la burocrazia, l’inefficienza e l’inadeguatezza di questo esecutivo adottando misure che hanno solo fatto infuriare per due anni centinaia di dottori.
Pertanto – conclude Febbo – adesso alla luce di questa sentenza, mi auguro vivamente che venga revocata immediatamente la DGR 398/18, e conseguentemente tutti gli atti ingiuntivi emessi, al fine di ristabilire con i dottori che operano nelle Guardie mediche un clima di serenità e fiducia visto che svolgono anche loro un servizio sempre ben oltre la loro mansione stabilita”.