In Abruzzo le donne al comando, il primato importante per la regione italiana

Le donne in Abruzzo detengono un primato che inorgoglisce: la Regione si fa sentire, ecco dove il genere femminile ottiene una vittoria.

Sembra assurdo parlare ancora di discriminazione di genere, ma purtroppo tra i mali sociali, questo persiste ed è tra i più duri a morire. Nonostante ciò, oggi raccontiamo una storia in parte diversa. Le donne in Abruzzo si differenziano, ma non per questo la lotta per l’eguaglianza non deve essere ancora portata avanti con perseveranza, coraggio e speranza. Gli ideali son quelli di una società egualitaria, anche se nel resto del Paese le diseguaglianze appaiono più resistenti.

Qual è il primato delle donne in Abruzzo
Scoprire le Regioni d’Italia (abruzzo.cityrumors.it)

Quando si parla di discriminazione di genere si denunciano tutte quelle condizioni che portano le donne a vivere una situazione di inferiorità sul fronte economico, sociale, culturale e lavorativo. La prevalenza del genere maschile pone sempre gli uomini al comando ad assumere il ruolo di Dirigenti. Questo succedere per tutti gli ambiti, ma c’è un vento di libertà in Abruzzo.

Ecco i settori nei quali le donne sono al comando. Differentemente dal resto del Paese, la Regione si distingue per un primato che potrebbe essere la concretizzazione di una situazione di uguaglianza da imitare nel resto del territorio.

Abruzzo, le donne sono al comando, viva l’eguaglianza!

Appunto, stiamo facendo riferimento al fatto che qui le donne sono poste in una condizione di comando. Non si parla a vanvera, ma ci sono dati che pongono questo primato in Abruzzo. La notizia lascia comunque un po’ l’amaro in bocca, perché sapere che nelle altre Regioni non sia lo stesso, irrita molto. Si può fruttare la valenza di questa esperienza come un modello e punto di riferimento per combattere la discriminazione di genere.

Cosa danno le donne in Abruzzo
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Secondo i dati di Open Police prelevati dall’ultimo censimento ISTAT le donne in Abruzzo sono al comando della maggior parte delle aziende agricole del territorio. Si tratta di numeri che pongono una netta differenza rispetto il resto del Paese, qui c’è il numero maggiore di aziende agricole guidate da donne. Le percentuali sono di 35% delle donne che sono al comando, ma solo il 18% è di under 45.

Quindi, sia il divario di genere che quello giovanile non sono del tutto colmati, ma questo segna un passo importante nella lotta alle diseguaglianza. Contestualizzando la situazione è necessario dire che nel corso degli ultimi 10 anni il numero della aziende si è ridotto di 1/3, ad eccezione di quelle guidate dalle donne.

Nel 2020 erano 44.156 le aziende attive, e nel 2010 più di 66 mila, e quelle rimaste sono a carattere familiare. Alla guida però di queste ultime ci sono le donne che non si limitano a comandare, ma pongono l’attenzione su un processo di trasformazione che mira all’utilizzo di più moderni ed efficienti sistemi di agricoltura.

Gli obiettivi sono quelli di favorire il ricambio generazionale, promuovere l’agricoltura ecosostenibile e con un basso impatto ambientale, in modo da danneggiare il meno possibile l’ambiente.

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