Vito Mollica, chef stellato, in esclusiva ai nostri microfoni sul menù del 24 e 25 dicembre: “Ecco cosa deve essere presente nelle case degli italiani”
Natale si avvicina e in molte famiglie è iniziata la discussione su cosa preparare la vigilia e il 25 dicembre. La maggior parte degli italiani, come ogni anno, punteranno alla tradizione. Ma non mancheranno le novità o magari chi deciderà di trascorrere uno dei due giorni insieme a parenti o amici in un locale.
La nostra redazione ha contattato lo chef stellato Vito Mollica, proprietario di due ristoranti a Firenze, per scoprire cosa non deve mai mancare nelle dispense degli italiani per un giorno come il Natale e anche i suoi menù per il 24 e il 25 dicembre.
Lo chef Mollica: “La tradizione a Natale deve essere sempre presente”
Chef Mollica, si avvicina il Natale, nelle case c’é fermento: qualche consiglio sulla spesa, cosa non deve mai mancare nella dispensa delle feste?
“La tradizione. Tutto ciò che ci rende di nuovo bambini, risveglia i nostri ricordi, dobbiamo continuare ad averlo. Viviamo in un mondo molto veloce di attimi e di immagini. Il Natale una volta significava fermarsi a socializzare con i più cari, a parlare. Quindi la tradizione deve essere presente sempre in quel giorno“.
Qual é il piatto di casa che le ricorda il Natale in famiglia e lo prepara ancora oggi?
“Ho due piatti della tradizione per la vigilia: spaghetti aglio, olio e acciuga e baccalà fritto con peperoni cruschi. Mentre il Natale timballo di lasagne con dentro di tutto e l’agnello“.
Ho letto i menù e notato che nel suo ristorante si punta soprattutto sul pesce.
“Nel menù della vigilia continuiamo a proporre pesce. Poi il 25 spazio ai classici tortellini con brodo di cappone mentre in un altro locale c’è anche la tacchinella“.
È cambiato il menù tra oggi e magari qualche anno fa?
“Nel mio caso no. Ho sempre cercato di proporre alla vigilia il pesce e il giorno di Natale tacchino e cappone. Poi magari gli ospiti, che arrivano da regioni o nazioni differenti, chiedono per il 24 tacchino o filetto. Pur proponendo sempre dei piatti tradizionali, sono rimasto flessibile e rispetto le scelte degli ospiti. È una ricorrenza che, come detto prima, deve essere ricca della propria tradizione e va festeggiata con il cibo con il quale si è cresciuti“.
Come sta andando invece dal punto di vista delle prenotazioni?
“Stiamo già ricevendo un ottimo riscontro. Non siamo al completo, ma, considerando che manca ancora un mese, ci auguriamo di poter riuscire a riempire il locale“.
Qual é la ricetta che unisce Nord e Sud e che non dovrebbe mai mancare sulla tavola natalizia.
“Ci sono tante piccole diversità. Io sono uno del Sud cresciuto al Nord. Ma più che ai piatti salati, penso per esempio al torrone che viene preparato dovunque“.
“Il menù di Capodanno è ricco di ingredienti ricercati e preziosi, ma non solo”
Spostiamoci un po’ più avanti: cenone di San Silvestro. C’è qualcosa che non deve mai mancare nel menù?
“Il 31 io da bambino mi ricordo che la mia famiglia cercava di fare la cena più importante dell’anno. Tutt’oggi cerco di rendere il menù di Capodanno ricco di ingredienti ricercati e preziosi“.
Nella tradizione di molte famiglie italiane sono presenti sempre uva, lenticchie e melograno perché si dice che portano soldi. Li troviamo anche nel suo menù.
“Assolutamente sì, questi prodotti non mancano mai. Uva, lenticchie, melograno e aggiungo il cotechino. Sono i classici prodotti per augurare alle persone un anno sereno e ricco non solo sul piano economico, ma anche della salute“.