“Continua il record delle leggi regionali impugnate con il recente stop del Consiglio dei Ministri alla legge 31 de 6 novembre scorso, ormai è un record per questo Governo di centrodestra che in meno di due anni si è visto rimandare al mittente testi importanti, tutti, o la maggior parte, per vulnerabilità pesanti, legate alla mancata copertura finanziaria delle azioni proposte, dunque dell’articolo 81, comma 3.
Cosa che accadrà prevedibilmente anche per il bilancio che la maggioranza si prepara ad approvare”, durissimo il capogruppo PD in consiglio regionale Silvio Paolucci, sulla notizia arrivata dall’ultimo consiglio dei ministri. “Questo è l’esecutivo lento, confusionario e delle leggi omnibus, un modus operandi che prevede di arrivare in Consiglio con norme aperte, infilando poi di tutto durante il dibattito per evitare costantemente pareri di legittimità e andando in contrasto con i poteri di programmazione tipici dell’Ente Regione– sottolinea l’ex assessore al Bilancio – È questo ciò che accade trasformando ogni debito fuori bilancio in una variazione di bilancio in assenza di un assestamento generale e rendendo norma provvedimenti puntuali e senza istruttoria.
Anche stavolta la censura arriva per un motivo ricorrente, la mancata copertura delle poste, che secondo la Costituzione deve essere “certa e attuale”. Dunque la maggioranza dovrà tornare in Consiglio e far cessare la ragione del contendere, rimodulando la copertura degli 870.000 euro in favore del Consorzio di bonifica interno, che non erano opportunamente coperti. Accadrà certamente anche con la legge di stabilità e il bilancio, perché la Regione prevede di coprire spese obbligatorie con entrate incerte in quanto collegate all’evenienza che si presentino nuove e maggiori entrate, dunque aleatorie, cosa che il comma 3 dell’articolo 81 della Costituzione chiaramente non consente.
Dunque, dopo tutte le impugnative che la Regione a trazione centrodestra ha collezionato due sono le cose: o non c’è peggior sordo che non vuol sentire, o la foga della propaganda e le costanti spaccature, impediscono loro di governare senza violare la legge. In ogni caso, a scontare tale situazione non possono essere gli abruzzesi, che anche la vigilia di Natale oltre ai vaccini non arrivati, alla evidente mancanza di governance della sanità che ci ha fatto diventare un caso nazionale, devono ritrovarsi sotto l’albero l’ennesimo errore di chi dovrebbe governare, ma, forse, pensa solo al potere”.