Una sonora bocciatura da parte dei consiglieri riuniti a nome dei gruppi Legnini presidente, PD e Abruzzo in Comune, che avevano presentato emendamenti importanti all’atto che definiscono “Viziato nella sostanza e nella forma”.
“Alle tre di questa notte è stata approvata la manovra di bilancio regionale con il nostro voto convintamente contrario dopo diverse giornate di battaglia in Commissione e in aula – così Giovanni Legnini – Una legge di stabilità vergognosa, la peggiore mia vista finora, che sancisce il fallimento di una maggioranza spaccata e litigiosa. Noi abbiamo fatto ciò che era doveroso fare, contrastare misure inaccettabili, un dovere a fronte dello scempio che si è fatto nel bilancio pubblico. Per approvarlo hanno sistematicamente violato le leggi di contabilità, lo statuto, il regolamento, in tutta la mia esperienza finanziaria sui bilanci dello Stato, dei Comuni, di altri enti e istituzioni, non ho mai visto una cosa simile.
Nottetempo hanno inserito in legge di stabilità 4 leggi bandiera della Lega, senza discussione, pur di soddisfare i loro capricci; hanno distribuito in un modo inaccettabile e per importi irrisori prebende a 100 Comuni discriminandone altri 200, una cosa mai vista. Si potevano cogliere nuove opportunità, grazie al lavoro di risanamento e riequilibrio che la passata amministrazione e giunta avevano portato avanti, si potevano finanziare leggi di settore e politiche a favore della società, l’economia, i comuni abruzzesi. Invece hanno riportato l’Abruzzo indietro di decenni con i finanziamenti a pioggia, con le mance che non risolvono nessun problema per i cittadini e i comuni abruzzesi. Noi ci siamo rifiutati di partecipare al mercato a cui abbiamo assistito e con la nostra opposizione doverosa e rigorosa abbiamo ottenuto risultati importanti: abbiamo scelto di finanziare leggi di settore, per l’urbanizzazione dei comuni, la manutenzione strade e danni atmosferici, lo abbiamo fatto su graduatorie già stabilite e criteri trasparenti.
Dal presidente e dall’esecutivo non abbiamo riscontrato alcuna partecipazione al dibattito sul bilancio e dalla maggioranza nella discussione di questi giorni, abbiamo ricevuto risposte arroganti, distanti dalle istanze della popolazione, quelle che abbiamo cercato di tradurre nel sostegno alle piccole e medie imprese, al lavoro, alla tutela della costa e delle aree protette. Una manovra, la più importante del governo regionale, che nemmeno usa la parola ricostruzione, che per il futuro dell’Abruzzo è strategica. Il Presidente Marsilio ha dichiarato che l’aria è cambiata. E’ vero, ma è diventata irrespirabile per responsabilità sua e della sua maggioranza di destra arrogante e distante dai cittadini”.
“Non si vedeva da anni un maxi-emendamento come quello della notte scorsa – aggiunge il consigliere Sandro Mariani – la maggioranza era più impegnata a risolvere le diatribe e gli scontri interne che sulla discussione. Per la prima volta non c’è stato un relatore, se non l’assessore al Bilancio. Sia il presidente della Regione che gli assessori erano in religioso silenzio, gli emendamenti da loro proposti sono tutti geolocalizzati in modo imbarazzante: i finanziamenti sono stati erogati ai comuni dove risiedono i consiglieri, peraltro in modo poco dignitoso, perché chi è consigliere e sindaco dovrebbe prodigarsi per una ripartizione più equa, meritocratica conoscendo le difficoltà attuali dei Comuni. Zitti anche Febbo e Sospiri, che in cinque anni hanno gridato alla luna e restano inerti, anzi, il primo ha anche votato contro l’emendamento relativo al CIAPI. Basta leggere l’elenco per dare un senso alla loro compostezza di questi giorni. Inutile scendere nei dettagli tecnici che non interessano nemmeno a questa maggioranza, che ha solo fatto un elenco di associazioni ed Enti vicini, lasciandone fuori tanti altri, soggetti a cui faremo presente come governa il centrodestra in Abruzzo”.
“Ieri sul DEFR, malgrado l’atteggiamento aperto dell’opposizione, la maggioranza è scappata di fronte alle proposte che avanzavamo, perché a mezzanotte ha presentato un sub emendamento riscrivendo in toto 180 pagine che hanno consentito di far cadere tutte le nostre proposte, senza discussione alcuna – così il consigliere Antonio Blasioli – Non c’è per Pescara nulla sull’ex Cofa, né sulla sede unica della Regione Abruzzo, dal 2005 la legge del bilancio non vedeva più elenchi come quelli prodotti ieri, con piccole mance ai Comuni su opere pubbliche e protezione civile, inservibili perché con importi irrisori che non consentono di arrivare nemmeno all’appalto: come Farindola che ha ricevuto 5.000 euro per l’acquisto di attrezzature per emergenza neve. Il centrosinistra ha invece chiesto il rifinanziamento della legge 40 del 2017 che riguarda opere di urbanizzazione dei Comuni su cui c’è già una graduatoria per opere che variano da 100.000 euro in su e quindi per elenchi procedure trasparenti e aperte e non per vicinanza politica a questo o quel consigliere.
Abbiamo chiesto di rifinanziare la legge 38 e la legge 11 sulla viabilità, a vantaggio non solo di alcuni Comuni dove la maggioranza posiziona bandierine. Stessa cosa sul sociale: con il pizzino olografo inserito durante la Giunta rifinanziano una legge sugli anziani, ma non quella di settore, la legge 16 del 2016 sull’invecchiamento attivo, che sarebbe stata più utile e che ha dimostrato già di funzionare. Così anche sulla cultura, non rifinanziano la legge 38 del 2016 che avrebbe permesso di sostenere le maggiori iniziative culturali quali il FLA, il Flaiano e tanti altri eventi dalla qualità consolidata, per dare fondi a pioggia, è così capita che un presepe vivente vicino ad un assessore prenda 20.000 euro e nulla ci sia per Fla e Flaiano che invec volevamo rifinanziare consapevoli della conoscibilità che ci garantiscono. Ci siamo battuti per il sostegno ai precari della giustizia, hanno bisogno di un fondo di 600.000 euro per essere prorogati in attesa del bando ma il loro contratto scadeva a febbraio, grazie al nostro impegno 300 li hanno già ricevuti e altri saranno stanziati nell’assestamento di bilancio”.
“E’ un bilancio di una Giunta prossima al rimpasto – così conclude il capogruppo PD Silvio Paolucci – Accadrà di certo con il nuovo anno, vedrete che avremo una Giunta nuova tanto sono la sfiducia e il dissenso interno di cui questo bilancio è espressione. Lo si evince dai documenti prodotti e dalla necessità di costruire un bilancio illegittimo e irregolare. Il famoso pizzino scritto a mano proviene dalla sfiducia della Lega verso un’altra parte della maggioranza e dalla voglia leghista di mettere mano agli assetti di potere della maggioranza e della giunta. La omnibus arriva in Consiglio in modalità che si ritrovano solo negli anni precedenti al 2006, dettata dalla stessa sfiducia di allora dei consiglieri regionali verso gli assessori, per questo non riprogrammavano le leggi.
Un Bilancio che non ha colto l’opportunità che aveva, pur avendone l’occasione, grazie alle tante risorse in più che abbiamo lasciato: altro che tasche vuote, abbiamo lasciato 15 milioni in più subito e altri 10 milioni saranno utilizzabili entro marzo; mentre 75 milioni in più arriveranno dal 2022, questo si ritrova Marsilio sulle spese correnti, che malgrado ciò non ha impresso sul DEFR un intervento personale, identificato, capace di misurarsi con il suo programma e con le istanze degli abruzzesi. Ci hanno bocciato: 15 milioni di euro che erano le risorse che si erano liberate con il bilancio grazie al risanamento: 6,7 milioni per opere di urbanizzazione ai Comuni; 6 milioni per l’artigianato; 3 milioni all’anno per il rientro dei giovani talenti; 2 milioni per l’agricoltura; 1 milione per la costa; 3.850.000 euro per la cultura; il resto per la formazione, il lavoro, il trasporto. Dei 15 milioni di euro hanno messo zero, risorse liberate nel 2020. Io non so dove viva Marsilio, forse quando parla di eredità forse pensa ad Alemanno, perché io nel 2014 ho trovato un’anticipazione di cassa di 140 milioni, fondi per pagare gli stipendi ai dipendenti. Lui ha trovato 482 milioni di disponibilità col segno positivo. Quando parla di casse vuote forse si riferisce a quando Alemanno aveva governato la città sindaco di Roma”.
Ci hanno bocciato: 15 milioni di euro che erano le risorse che si erano liberate con il bilancio grazie al risanamento: 6,7 milioni per opere di urbanizzazione ai Comuni; 6 milioni per l’artigianato; 3 milioni all’anno per il rientro dei giovani talenti; 2 milioni per l’agricoltura; 1 milione per la costa; 3.850.000 euro per la cultura; il resto per la formazione, il lavoro, il trasporto. Dei 15 milioni di euro hanno messo zero, risorse liberate nel 2020. Io non so dove viva Marsilio, forse quando parla di eredità forse pensa ad Alemanno, perché io nel 2014 ho trovato un’anticipazione di cassa di 140 milioni, fondi per pagare gli stipendi ai dipendenti. Lui ha trovato 482 milioni di disponibilità col segno positivo. Quando parla di casse vuote forse si riferisce ad Alemanno, negli anni in cui ne fu il tesoriere. Altra cosa è saper governare”.