Le principali violazioni sono state riscontrate a seguito dell’attività di controllo sulle utilizzazioni boschive, sui pascoli, sui rischi connessi al dissesto idrogeologico (movimenti di terreno, aree soggette a frane, rispetto del regime vincolistico, accertamento degli abusi edilizi in zone rurali/montane, controllo delle aste fluviali – pulizia dal materiale arbustivo sulle sponde – e dei letti dei fiumi e delle sorgenti) e sulla materia urbanistico-edilizia.
Nel settore della tutela della fauna e della flora (attività venatoria, pesca, randagismo/anagrafe canina, orso, CITES, polizia veterinaria, maltrattamento animali, fauna minore, apicoltura, piante officinali, alberi di ulivo, alberi monumentali, funghi e tartufi, prodotti del sottobosco, circolazione fuoristrada, CON.ECO.FOR.) sono stati eseguiti circa 24mila controlli, dai quali sono scaturiti gli arresti di due persone che hanno commesso un furto aggravato all’interno dell’area recintata e sequestrata del resort Hotel Rigopiano, 115 Comunicazioni di Notizia di Reato all’Autorità Giudiziaria con oltre 7mila persone controllate, 3 perquisizioni, 65 persone denunciate, 40 sequestri penali e 1326 illeciti amministrativi accertati con sanzioni comminate per quasi 500mila euro. I principali reati sono stati commessi in materia di caccia e maltrattamento animali; le maggiori violazioni amministrative sono state comminate per violazioni alle norme sull’anagrafe canina/randagismo canino, sulla caccia, sulla raccolta di funghi e tartufi e sulla circolazione fuori strada.
Nel settore degli incendi boschivi (difesa dei boschi dagli incendi dolosi e/o colposi, bruciatura di sterpaglie) sono stati eseguiti oltre 1.400 controlli, dai quali è scaturito un arresto per i reati di incendio boschivo e resistenza a pubblico ufficiale, 111 Comunicazioni di Notizia di Reato all’Autorità Giudiziaria con quasi 200 persone controllate, 17 persone denunciate, 2 sequestri penali e circa 70 illeciti amministrativi accertati con sanzioni comminate per quasi 42mila euro.
Relativamente al settore discariche e rifiuti (gestione di rifiuti, bonifica siti inquinati, smaltimento, rifiuti radioattivi, sottoprodotti di origine animale, oli usati, rifiuti sanitari, traffico e combustione illecita) sono stati eseguiti circa 10mila controlli, dai quali sono scaturite 201 Comunicazioni di Notizia di Reato all’Autorità Giudiziaria con oltre 2mila persone controllate, 21 perquisizioni, 216 persone denunciate, 61 sequestri penali e 343 illeciti amministrativi accertati con sanzioni comminate per oltre 420mila euro. Sia nell’ambito amministrativo che in quello penale le trasgressioni hanno riguardato la violazione delle leggi sulla gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti inquinati.
Nel settore inquinamenti (scarichi, acque reflue, inquinamento idrico, atmosferico, acustico, fertirrigazione, acque di vegetazione, frantoi, effluenti di allevamenti, inquinamento del suolo) sono stati eseguiti circa 1.400 controlli delle matrici aria, acqua e suolo, dai quali sono scaturite 26 Comunicazioni di Notizia di Reato all’Autorità Giudiziaria con quasi 300 persone controllate, 27 persone denunciate, 2 sequestri penali, 1 perquisizione e oltre 40 illeciti amministrativi accertati con sanzioni comminate per oltre 92mila euro. Le sanzioni amministrative sono state dovute prevalentemente a casi di inquinamento idrico, mentre i reati hanno riguardato soprattutto l’inquinamento atmosferico.
Il Comandante della Regione Carabinieri Forestale “Abruzzo e Molise” – Generale di Brigata Giampiero Costantini sottolinea che “dai dati raccolti si evidenzia il costante impegno di tutti i militari dipendenti, che ha permesso di ottenere risultati soddisfacenti sul territorio sia abruzzese che molisano. Uno dei principali temi attenzionati durante l’anno 2022 è stato quello della fauna selvatica, in relazione alla sempre più frequente diffusione di alcune specie, in particolare del cinghiale, e alle criticità connesse, come ad esempio i danni che causano, soprattutto all’agricoltura. In particolare, sono stati avviati servizi mirati alla prevenzione/repressione del reato di foraggiamento di cinghiali, spesso utilizzato da cacciatori e bracconieri per ottenere la fiducia degli animali selvatici. Si tratta di una vera e propria condotta illegale, con la quale si favorisce la riproduzione dei selvatici in maniera incontrollata. Il reato è stato introdotto con la legge di stabilità del 2015 ed è punito con la pena dell’arresto da due a sei mesi o l’ammenda da 516 a 2.065 euro. Oltre a quanto previsto dalla legislazione vigente, è buona norma non alimentare la fauna selvatica: foraggiare la fauna selvatica in modo del tutto innaturale significa mutarne le abitudini e l’ecologia, indurla a spostarsi e fidelizzarla in luoghi in cui non starebbe, come ad esempio nel caso dei cinghiali nelle città, con gravi conseguenze sia per gli animali stessi (come ad esempio nel caso dell’Orso Carrito) che per la collettività, con l’aumento del rischio di incidenti stradali e del pericolo per la pubblica incolumità.”.
Inoltre, tramite l’attività delle Unità Cinofile Antiveleno dei Carabinieri Forestali, si sono messe in campo azioni per il contrasto all’uso/abbandono di esche e bocconi avvelenati quale pericolo per tutta la fauna selvatica e non solo. Infatti è notizia abbastanza recente la vicenda di un bambino disabile che ha rischiato di morire per aver raccolto e tentato di addentare una polpetta avvelenata in un parco pubblico (non nelle nostre regioni). Il rilascio in ambiente di esche avvelenate è un reato molto grave (oltre al reato di maltrattamento di animali previsto dal codice penale e all’articolo 638 che prevede la reclusione fino a 1 anno per uccisione o danneggiamento di animali altrui, anche la legge 157/92 sulla caccia, che all’articolo 21 lettera u prevede il divieto di uso di bocconi avvelenati, ne punisce la violazione con ammenda di 1500 euro) in quanto tali bocconi, ingeriti da animali, possono entrare nella catena alimentare e andare a colpire, direttamente o indirettamente, anche animali appartenenti a specie protette e animali domestici come cani e gatti.
Dato l’aumento sia del fenomeno della produzione sia della vendita della cosiddetta cannabis light per i molteplici utilizzi nei settori tradizionali (es. tessile o alimentare) e in quelli più innovativi, come ad esempio i biocarburanti e le bioplastiche, un altro settore in cui sono stati effettuati controlli mirati è stato quello della coltivazione della canapa industriale (Canapa Sativa L.), a basso contenuto di THC. Nelle aziende ispezionate, oltre al controllo documentale sono stati eseguiti campionamenti analizzati – grazie alla collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise, svolta sulla base di un apposito protocollo d’intesa – ai fini del monitoraggio della presenza del delta-9-THC e del rispetto del limite previsto dalla legge per le coltivazioni. Le superfici coltivate con canapa Sativa e sottoposte a controllo sono state oltre 16 ettari in Abruzzo e quasi 2 ettari in Molise.