Una serata che si doveva trascorrere all’insegna del divertimento e del relax, si è trasformata in un vero e proprio incubo.
La tranquillità della notte è stata interrotta da una violenta colluttazione, scaturita dal rifiuto degli addetti alla sicurezza di concedere l’accesso a un gruppo di giovani.
La comunità locale è rimasta scossa da questo episodio violento che ha turbato la pace del lungomare Papa Giovanni XXIII. Mentre la vita quotidiana cerca lentamente di ritornare alla normalità, resta forte la condanna nei confronti della violenza ingiustificata che ha segnato quella fatidica notte.
Una lite sfociata in tragedia
Il diverbio tra i giovani respinti e gli addetti alla sicurezza non ha tardato a degenerare, rischiando di trasformarsi in una rissa a pieno titolo. Nessuno avrebbe potuto immaginare l’epilogo drammatico che questa disputa avrebbe preso. In un gesto estremo di vendetta, uno dei giovani coinvolti nella lite ha deciso di prendere il volante della sua auto e investire deliberatamente il proprietario dello stabilimento balneare insieme a due membri del team di sicurezza.
L’impatto ha reso necessario l’intervento immediato dei soccorritori del 118, che hanno prestato le prime cure sul posto prima di trasportare i feriti all’ospedale più vicino. Fortunatamente, dopo le cure necessarie, tutti e tre sono stati dimessi con prognosi che variano dai 7 ai 30 giorni. Un esito meno grave rispetto a quanto si sarebbe potuto temere vista la gravità dell’accaduto.
Sul luogo dell’incidente sono prontamente intervenute diverse forze dell’ordine tra cui polizia, carabinieri e guardia di finanza. A guidare le indagini è stato il gruppo delle Fiamme Gialle che si è immediatamente messo al lavoro per fare chiarezza sull’accaduto. Grazie alle testimonianze raccolte e alle prime indagini effettuate sul posto, gli investigatori sono riusciti ad identificare tre dei quattro aggressori coinvolti nella vicenda.
Nonostante i rapidi progressi nelle indagini, resta ancora da individuare l’autore materiale dell’investimento: colui che era alla guida dell’autoveicolo utilizzato per compiere l’atto vendicativo contro il titolare dello chalet e i suoi collaboratori. Le autorità stanno intensificando le ricerche per assicurarlo alla giustizia quanto prima possibile.