“Siamo preoccupati per un settore strategico della nostra regione e che deve diventare una priorità nelle scelte politiche del governo regionale e dare risposte ai tanti pescatori che con il Decreto Direttoriale n. 8941 del 11 gennaio 2021, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, ha disposto le giornate di fermo. Un obbligo aggiuntivo che dovranno essere osservate dalle imprese di pesca che praticano la pesca mediante l’utilizzo di attrezzi trainati quali la pesca a strascico, tipologia di pesca diffusa e applicata dalle marinerie Abruzzesi”.
Questo è il grido di allarme della Fai CISL per un settore produttivo strategico per lo sviluppo della Regione e che è purtroppo, sprovvisto di un sistema di ammortizzatori sociali. In una lettera indirizzata alla Vicepresidente della Regione Abruzzo, Emanuele Imprudente, la Fai Cisl denuncia come la Direzione Generale nel prevedere, per le imbarcazioni iscritte nella GSA 17, un numero di giornate di fermo aggiuntivo di 21/30 giorni che, in aggiunta alle giornate di interruzione continuativa obbligatoria ed in una situazione congiunturale come quella attuale, mettendo in discussione e a rischio la sostenibilità delle imprese di pesca oltre ad incidere anche sul reddito dei pescatori.
“Considerata l’emergenza sanitaria che sta attraversando il Paese, le imprese di settore hanno continuato a lavorare, comunque lo stesso ha subito e sta subendo una forte riduzione di reddito, anche in considerazione delle misure ristrettive messe in atto con i vari Decreti COVID, e ulteriori giornate di fermo aggiuntivo rischiano di aggravare il settore che sta attraversando una crisi congiunturale anche in seguito alle continue limitazioni Nazionali e Europee imposte nel corso degli anni”, – segnala la FAI CISL.
La Federazione della CISL che rappresenta il settore della pesca chiede da parte della Regione un intervento politico a difesa e tutela del lavoro nel settore della pesca Abruzzese, finalizzato ad evitare l’applicazione di una norma che potrebbe causare ulteriori perdite socioeconomiche per l’intero settore.