Una flottiglia di oltre 350 barche che dovranno quindi osservare il riposo obbligatorio, che va a sommarsi ai circa 2 mesi tra marzo e aprile, durante i quali la pesca è stata sospesa o fortemente limitata per via della pandemia da covid19 e del lock down. L’approvvigionamento di prodotto fresco dell’Adriatico, comunque non mancherà tenuto conto che l’attività a strascico proseguirà nell’alto Adriatico e nell’Adriatico meridionale. Tuttavia, gli armatori abruzzesi si sentono penalizzati perché questo è il periodo del boom della stagione turistica.
E dopo le settimane di magra della scorsa primavera a causa del coronavirus, fermarsi ora significa mettere in difficoltà molte famiglie, oltre che un intero indotto. Sull’argomento fermo biologico, anche Federpesca Abruzzo aveva più volte sollecitato il governo regionale affinché si facesse portavoce delle istanze della marineria locale col Governo centrale, nella speranza di una revoca del provvedimento.
Ma il ministero per le politiche agricole non ha voluto sentire ragioni. Il fermo biologico 2020 verrà indennizzato dallo Stato e sembra che i soldi ci siano già. Ma spesso per l’erogazione bisogna aspettare anche un paio di anni. Intanto, ancora una volta la marineria abruzzese ha posto l’accento sull’inutilità del fermo biologico in questo periodo dell’anno. Perché il 70 per cento delle specie ittiche si riproduce soprattutto a primavera.