L’Abruzzo è ancora troppo legato alle sue centrali termoelettriche e ai pozzi di estrazione di idrocarburi. Per questo l’eolico offshore può essere una grande opportunità ma nessun progetto di parco eolico è stato ancora presentato. È per questo che questa mattina gli attivisti e i volontari di Legambiente, al seguito della storica campagna itinerante Goletta verde, hanno organizzato un flash mob sulla spiaggia della Madonnina a Pescara attirando l’attenzione di bagnanti e turisti con striscione alla mano, “Sì all’eolico offshore”, e cartellone per photo opportunity per ribadire il concetto che ormai è diventato il leit motiv delle tappe di Goletta verde lungo le coste italiane: “il panorama non cambia, il futuro sì”.
Subito dopo il flash mob a bordo di Goletta Verde, ormeggiata al porto turistico di Pescara, si è tenuto il dibattito dal titolo “Abruzzo energetico: sostenibile e rinnovabile” a cui sono intervenuti Federica Barbera, Portavoce di Goletta Verde, Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente, Carlo Masci, Sindaco di Pescara, Gennaro Strever, Presidente Camera di Commercio Chieti – Pescara, Giuseppe Savini, Presidente Azienda Regionale Attività Produttive, Simone Togni, Presidente ANEV, Francesco D’Amore, Green Community Sirente Velino, Danilo Di Florio, Autore del testo – Biometria dell’attività economica circolare, Daniele D’Amario, Assessore Attività Produttive e Turismo Regione Abruzzo.
Quest’anno la Goletta Verde, alla sua trentaseiesima edizione, torna a solcare i mari per affrontare anche i temi dell’eolico offshore, della lotta alla crisi climatica e alle fonti fossili; per promuovere le aree marine protette e la tutela della biodiversità, e per accendere i riflettori sulla cattiva o assente depurazione dei reflui. Partner principali della campagna il CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, ANEV, Novamont e Renexia, partner AIPE media partner La Nuova Ecologia.
“L’eolico offshore con il suo potenziale installabile rappresenta non solo un’opportunità di innovazione e sviluppo per l’Italia, ma anche un contributo fondamentale alla lotta contro l’emergenza climatica e un presidio di biodiversità – dichiara Giorgio Zampetti presidente di Legambiente. Numerosi sono, infatti, gli studi che dimostrano come i parchi eolici a mare diventino facilmente luoghi di ripopolamento per molte specie marine. Tecnologie, quindi, che se ben progettate possono portare diversi vantaggi. È ora di sgombrare il campo da dubbi e scetticismi che hanno lasciato al palo un tipo di energia sostenibile, rinnovabile e locale, attivando da subito confronto e condivisione sul territorio. La strada delle rinnovabili, tra cui l’eolico dell’offshore è quella giusta, ed è necessario lasciarle campo libero non solo per portare innovazione e sviluppo in territori come l’Abruzzo ma anche raggiungere degli obiettivi di decarbonizzazione da raggiungere entro il 2030”.
Le fonti rinnovabili in Abruzzo – A fronte di oltre 5.900 GWh di consumi elettrici solo il 45% viene soddisfatto attraverso le fonti rinnovabili – principalmente idroelettrico e solare fotovoltaico – mentre arriva al 28% la copertura dei consumi finali lordi di energia.
A svolgere un ruolo importante sicuramente solare fotovoltaico ed eolico. Un settore quest’ultimo di fondamentale importanza. Basti pensare al potenziale ancora realizzabile a terra, pari ad almeno 700 MW in grado di produrre almeno 1,47 TWh/a di energia elettrica, pari al fabbisogno di almeno 544 mila famiglie. E in grado di creare almeno 3.741 nuovi posti di lavoro, tra diretti e indiretti, di cui 1.758 nel settore servizio e sviluppo, 732 in quello industriale e 1.251 nel settore della gestione e manutenzione, secondo le stime di ANEV.
La Regione Abruzzo, però, è ancora caratterizzata dalla presenza di diverse infrastrutture a fonti fossili tra cui almeno 100 pozzi di idrocarburi di cui 45 attivi su una superficie di 1.034 kmq, 1.864 kmq di permessi di ricerca, 1.080 km di metanodotti, 2 impianti di stoccaggio, 5 centrali di raccolta e trattamento di idrocarburi 4 centrali termoelettriche più 1 in programma. Considerando una media di installazioni, dal 2018 al 2020, pari a 8,82 MW è evidente che anche la Regione Abruzzo deve fare di più.
Le rinnovabili inoltre potrebbero aumentare i posti di lavoro che potrebbero nascere grazie a possibili progetti di eolico a mare, assenti in questo momento nella Regione, ma che possono invece rappresentare per i territori un’ulteriore occasione di sviluppo e innovazione. Almeno un posto di lavoro ogni 3 MW di parco eolico offshore nella fase progettuale. E almeno 0,5 posti in quella di manutenzione e gestione. Vorrebbe dire oltre 3 mila posti di lavoro per ogni GW di potenza di eolico offshore progettato in Abruzzo e almeno 500 nelle fasi di esercizio.
“L’iniziativa “Abruzzo energetico: rinnovabile e sostenibile” a bordo di Goletta verde è stata l’occasione per costruire un’alleanza territoriale diretta al rafforzamento di una strategia comune per la promozione e la realizzazione delle infrastrutture di produzione energetica rinnovabile a terra e a mare – spiega Giuseppe Di Marco presidente di Legambiente Abruzzo. Bisogna accelerare in questa direzione per uscire fuori dalla crisi energetica e climatica, e l’Abruzzo è chiamato a fare la sua parte. A breve vi saranno le opportunità per la realizzazione di impianti legati alle comunità energetiche, agrivoltaico e altre iniziative legate al Pnrr ma occorrono anche grandi impianti per vincere questa sfida”.
“Grazie all’evoluzione tecnologica delle piattaforme flottanti, l’eolico offshore è una realtà anche in Italia. Dopo l’inaugurazione del parco di Taranto di quest’anno ci aspettiamo una crescita sostenuta del settore anche in altri siti della Penisola – dichiara Simone Togni, presidente di ANEV. Insieme allo sviluppo dell’eolico onshore, che resta indispensabile per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione al 2030, l’offshore aiuterà il nostro Paese a rendersi indipendente energeticamente utilizzando una fonte pulita come il vento. Sono in fase di studio oltre 40 progetti in mare e l’attenzione per il settore dimostra che questo numero è destinato a crescere. È fondamentale accelerare il processo di transizione energetica e la politica ha un ruolo fondamentale per superare lo stallo determinato dalle Soprintendenze che per una visione preconcetta bloccano sistematicamente progetti che porterebbero benefici in termini economici, ambientali e occupazionali. Oggi non abbiamo più tempo, si definiscano criteri trasparenti e si velocizzino gli iter autorizzativi altrimenti la dipendenza inaccettabile dagli idrocarburi esteri ci condannerà ad essere in balia delle decisioni di Paesi geopoliticamente instabili”.