All’incontro, organizzato d’intesa con gli Assessori regionali Dino Pepe e Lorenzo Berardinetti, quali componenti della giunta interessati nelle politiche di programmazione e gestione della fauna e del territorio regionale, sono stati invitati le Province, gli ATC (Ambito Territoriali caccia), la Polizia provinciale, le Organizzazioni degli agricoltori, l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) in rappresentanza dei Comuni abruzzesi e l’Uncem Abruzzo (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani).
“L’emergenza cinghiali è ormai a tutti nota – ha sottolineato Innaurato – a causa delle dimensioni e della diffusione del fenomeno su tutto il territorio regionale. Gli ingenti danni arrecati alle colture comportano forti ripercussioni sul comparto economico e produttivo agricolo con gli imprenditori fortemente penalizzati e disorientati. L’attività agricola ha necessità di essere tutelata e preservata nelle aree rurali, non solo per garantire la produttività delle colture e degli allevamenti ma anche per il contributo ambientale, naturalistico, di tutela del territorio e della biodiversità.
Non meno importante è il continuo timore per l’incolumità dei cittadini a causa dei frequenti incidenti, a volte mortali, che rappresentano un vero problema di ordine sociale di non facile soluzione”. I rappresentanti degli Atc (Nunzio Merolli, Corrado Di Nardo e Antonio Campitelli) hanno illustrato le problematiche connesse alla gestione dei territori richiamando più volte la necessità di rivedere il quadro normativo e il regolamento venatorio regionale in modo da rimuovere tanti ostacoli e creare le condizioni per un efficace controllo della popolazione dei cinghiali nelle zone non vocate, dove questi animali non dovrebbero stare, ma dove al contrario trovano ampia diffusione a causa dell’inadeguatezza delle norme vigenti.
Le proposte avanzate dai rappresentanti degli Atc riguardano anche la flessibilità nella costituzione delle squadre di mini-braccata in termini di numero di cani, numero di cacciatori e di composizione, consentendo l’accesso anche a cacciatori appartenenti ad altri Atc. Il sindaco di Archi, Mario Troilo, intervenuto in rappresentanza di altri primi cittadini del territorio che da tempo si rivolgono alle istituzioni in merito alla drammaticità della emergenza cinghiali, ha elencato una serie di proposte concrete, volte ad adeguare la normativa vigente e il regolamento venatorio regionale al raggiungimento degli obiettivi di contenimento della fauna sia nelle aree vocate che in quelle non vocate.
Il Presidente regionale della CIA, Mauro di Zio, ha proposto agli Assessori Pepe e Berardinetti, una iniziativa che spinga lo Stato a revisionare la legislazione nazionale (L. 157/92 che alla L. 394/91, leggi che non appaiono ormai al passo con le nuove esigenze della società) mentre il Presidente di Copagri, Leo Spina ha spiegato come vi sia la necessità di attuare un’azione straordinaria per fronteggiare l’emergenza, pur ritenendo che la caccia sia lo strumento per agire nel ripristinare un equilibrio negli ecosistemi auspica l’individuazione di strumenti alternativi per contenere il numero dei cinghiali. Il Presidente dell’Anci Luciano Lapenna, ha messo in risalto gli enormi ostacoli che incontrano gli amministratori comunali per garantire l’incolumità dei cittadini e le difficoltà per raggiungere una efficace gestione delle aree protette per mancanza o inadeguatezza dei Piani di gestione esistenti.
Gli interventi dei comandanti della Polizia Provinciale (Fabio di Vincenzo e Roberto Spinosa) hanno riguardato l’illustrazione dei dati sugli abbattimenti, le difficoltà di operare a causa dell’esiguo personale disponibile e non ben distribuito nel territorio regionale. Nonostante ciò, la presenza delle forze di Polizia Provinciale risulta imprescindibile per il coordinamento delle attività e il coinvolgimento degli Atc che risulta importante; non mancano però, riferimenti alla scarsa attività e debole apporto di alcuni Ambiti. L’auspicio è quello di avere forme di collaborazione tra le forze di Polizia in modo da riequilibrare le risorse all’interno del territorio regionale.
Ciò potrebbe essere possibile attraverso convenzioni o creando una Polizia regionale. L’Assessore Pepe, dopo aver richiamato le principali azioni poste in essere, che riguardano – oltre gli interventi normativi – il risarcimento dei danni e il costante lavoro fatto in collaborazione con i diversi soggetti coinvolti, ha fornito una serie di dati sul monitoraggio della fauna e dei danni.
Nel contempo, l’Assessore alle Politiche agricole e alla Caccia ha garantito il costante lavoro che sarà condotto anche a livello nazionale al fine di fronteggiare questa emergenza che investe Regione Abruzzo, puntando ad una maggiore autonomia e flessibilità di azione. L’Assessore Berardinetti ha richiamato e illustrato i lavori che sta coordinando nell’ambito del tavolo tecnico regionale permanente per la protezione delle colture e degli allevamenti dalla fauna selvatica oltre ai risultati conseguiti nella promozione della filiera delle carni, il risarcimento danni, il coordinamento delle forze di Polizia provinciale e le intese e collaborazioni in corso di perfezionamento con gli Enti gestori delle aree protette. Berardinetti ha anche annunciato una riunione che si terrà a breve nell’ambito del sopra citato tavolo tecnico regionale. “E’ necessario favorire un maggior coordinamento regionale – ha spiegato al termine dei lavori Innaurato – e una maggiore efficacia delle attività di abbattimento, selezione e controllo della fauna rispetto alla drammaticità della situazione che, come più volte ribadito dai partecipanti, comporta misure straordinarie, urgenti ed efficaci in modo coordinato, sinergico e condiviso tra i soggetti interessati”. Innaurato ha poi elencato “i principali punti sui quali tutti i partecipanti hanno trovato una piena condivisione e sui quali si prevede un impegno immediato sia da parte delle istituzioni sia da parte dei soggetti interessati: richiesta alla Commissione Europea di deroga all’applicazione del de minimis per i danni da fauna selvatica pagando i danni accertatati al 100% e con una richiesta semplificata; intervenire sulle regole di prelievo e abbattimento dei cinghiali al fine di ridurre la spesa di indennizzo dei danni; dotare gli agricoltori di chiusini per la cattura dei cinghiali (almeno un chiusino ogni 50 ettari di terreno coltivato); revisione del regolamento regionale anche riferito al periodo di caccia, alla composizione delle squadre e delle mini-braccate; maggiore flessibilità territoriale degli Atce collaborazione tra essi; maggiore collaborazione tra le forze di Polizia provinciale anche attraverso convenzioni; riduzione delle aree cinofile e di ripopolamento e cattura, in special modo dove vi è la presenza di aree protette; eliminare l’assegnazione delle zone e tornare al vecchio metodo; prevedere la possibilità di recuperare i giorni di divieto di caccia causa neve; consentire a tutte le Guardie Provinciali di esercitare il selecontrollo su tutto il territorio regionale”.