Economia e società in Abruzzo: lo studio del Cresa nel mezzo della pandemia

“Economia e Società in Abruzzo”, giunto alla XII edizione, tratteggia gli effetti della pandemia su sistema economico, mercato del lavoro e società regionale nel 2020.

 

Secondo la Svimez in Abruzzo il Pil e il valore aggiunto sono diminuiti del -8,6% e -8,3%, meno della media nazionale. Anche i consumi, il reddito disponibile delle famiglie e gli investimenti sono in calo. Per il 2021 è previsto un consistente recupero, allineato a quello italiano. Riguardo al mercato del lavoro sono diminuiti sia gli occupati (-1,9% allineato al valore nazionale) sia i disoccupati (-20,6% quasi doppio rispetto alla media Italia), questi ultimi a causa del clima di scoraggiamento che li ha spinti a non cercare un’occupazione. Ne consegue un’enorme crescita dell’inattività (+ 5,6%; Italia: +4,3%). Il tasso di occupazione è sceso al 57,5%, (Italia: 58,1%), quello di disoccupazione al 9,3%, valore allineato a quello medio nazionale.

Il sistema imprenditoriale abruzzese, influenzato dalle misure di contenimento della pandemia, ha registrato rispetto al 2019 un calo delle nuove iscrizioni (-17,2%) e delle cancellazioni (-16,4%), sintomo della grave incertezza degli operatori. Continuano a diminuire le imprese agricole, manifatturiere, commerciali e di trasporto e ad aumentare alcuni servizi non commerciali, in particolare quelli turistici.

Come negli anni precedenti è proseguito il rafforzamento del tessuto imprenditoriale con crescita del numero delle società di capitale. Anche le esportazioni regionali (8,2 miliardi di euro) sono in calo (-6,2%, Italia: -12,8%). In particolare diminuisce l’export verso l’Unione Europea a 27 post Brexit (63% del totale) e verso i Paesi europei non UE (12%), mentre aumenta quello in America Settentrionale.

Si contrae il comparto metalmeccanico ed elettronico (-10%, 67% del totale; mezzi di trasporto: -11,5%, 49,5%), aumentano il chimico-farmaceutico (+17%, 17% delle esportazioni abruzzesi; prodotti farmaceutici, chimico-medicinali: +108%, 7,3%) e l’agro-alimentare (+3,0%, 8,1%). La popolazione regionale al 31 dicembre 2020 è composta da 1.285.256 residenti, 8.685 in meno rispetto all’anno precedente (-6,7‰; Italia: -6,4‰). Negative sia la dinamica naturale (-6,3‰) sia quella migratoria (-0,5‰). Gli stranieri rappresentano il 6,4% del totale dei residenti (Italia: 8,5%).

Allarmanti i dati relativi all’invecchiamento della popolazione con conseguente peggioramento degli indici di struttura che mostrano un peso crescente del carico sociale ed economico. Il lavoro si conclude con un capitolo dedicato ai “Borghi più belli d’Italia”. Al di là dell’andamento nel 2020 di cui al Rapporto, i dati disponibili relativi al 2021 mostrano un miglioramento della situazione generale e, quando disponibili, anche regionale.

I dati più recenti evidenziano che nel primo semestre 2021, in Abruzzo come in Italia, le iscrizioni di nuove imprese sono in aumento (rispettivamente +14,9% e +24,7%) nel confronto con lo stesso periodo 2020 per la rinnovata fiducia nel futuro mentre le cancellazioni sono in calo (-14,9% e -13,7%) per la tenacia degli imprenditori pur in un periodo ancora di incertezza. L’export fa segnare nel periodo gennaio-giugno 2021 un incremento su base tendenziale del 27,9% migliore del 24,2% nazionale cui ha contribuito il buon andamento di tutti i settori e, in particolare, dell’elettronica e meccanica che è trainata dalle vendite estere dei mezzi di trasporto. Pur in assenza di dati di dettaglio regionale, relativamente al I semestre 2021 si osserva nella media nazionale una decisa ripresa del mercato del lavoro che è ancora più accentuata nelle regioni del Mezzogiorno, le quali avevano maggiormente sofferto nel corso del 2020.

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