All’origine del contenzioso c’era il diniego, da parte della società, di concedere l’aspettativa non retribuita ad un macchinista del settore ‘ferro’, peraltro segretario provinciale della Filt di Chieti, che l’aveva richiesta in base a quanto previsto dalla legge.
A fare il punto della situazione, nel corso di una conferenza stampa a Pescara, sono stati il segretario della Camera del Lavoro di Chieti, Germano Di Laudo, il segretario provinciale chietino della Filt-Cgil, Maurizio Di Martino, e il legale che ha seguito il caso, l’avvocato Vincenzo Di Lorenzo.
Il giudice del lavoro, nel decreto dello scorso 20 ottobre, dichiara “l’antisindacalità della condotta posta in essere dalla Tua spa” e ordina alla stessa società di “cessare immediatamente la condotta antisindacale denunciata e di aderire alla richiesta di aspettativa”. Dell’accaduto, a settembre, il sindacato aveva informato anche i Prefetti di Abruzzo, Marche e Molise.
“La sentenza – ha detto Di Lorenzo – si fa apprezzare sotto due punti di vista. Uno soggettivo, perché è stato valorizzato l’interesse del sindacato e la sua centralità. L’altro oggettivo, perché viene stabilito che non esiste la possibilità di contemperare le esigenze dell’azienda con quelle del sindacato; in base alla legge, il sindacato ha voce sulla scelta e sulla tempistica dell’aspettativa. Il provvedimento del giudice è difficilmente attaccabile e credo che in caso di eventuale contenzioso l’esito sia scontato”.
Di Martino ha parlato di “un attacco anche di natura politica”, perché “lo scontro tra la Cgil e la politica regionale sui trasporti è cruento. Mai nessuno, però, si era permesso di attaccare un diritto sindacale sancito da una legge dello Stato”. Il segretario provinciale ha poi criticato l’organizzazione della società, sottolineando che “nell’ultimo anno sono stati soppressi oltre cento treni, anche a causa della mancanza di personale. Stiamo monitorando la situazione da tempo – ha affermato – e l’azienda non ha mosso un passo per rafforzare un settore delicato e ad alta specializzazione”.
“La Tua è una società pubblica che mette in discussione una legge dello Stato – ha detto Di Laudo – Quanto accaduto è figlio di una serie di situazioni che sono andate avanti nel corso degli anni. C’è una scelta politica di mettere in discussione alcuni diritti in questa società. Il provvedimento del giudice smentisce tutta l’architettura che la Tua ha impostato in questi anni”.