La caccia ai cervi e cinghiali fa discutere in Abruzzo. Le ultime decisioni prese dalla Regione provocano la dura reazione da parte delle associazioni
Prima i cervi, ora i cinghiali. Le scelte della Regione continuano a far discutere. In queste ultime ore la decisione della giunta guidata da Marsilio di anticipare la caccia ai secondi animali sta provocando non poche polemiche. Secondo quanto riferito da Rete 8, il nuovo decreto dà la possibilità agli appassionati di poter ucciderli dal 1° ottobre e non da novembre.
Una decisione che non è condivisa assolutamente dalle associazioni. Il rischio sarebbe quello di mettere a serio rischio gli orsi e per questo motivo si è chiesto alla Regione di tornare al calendario precedente almeno nelle zone vicine al Parco Nazionale. Ora la palla passa direttamente al presidente Marsilio e alla sua giunta. L’ipotesi di rinviare tutto a novembre non è da escludere, ma per il momento la scelta è confermata e dal 1° ottobre si potrà andare a caccia dei cinghiarli.
Se per i cinghiali la richiesta è quella di rinviare di un solo mese la caccia, non si ferma il braccio di ferro sui cervi. Le associazioni ribadiscono la necessità di annullare il decreto che dà la possibilità di uccidere i 469 esemplari presenti nel territorio aquilano e non nell’area protetta. Da parte della Regione, però, non c’è nessuna intenzione di fare un passo indietro e per questo motivo si è deciso di ricorrere al Tar.
“Attendiamo fiduciosi il provvedimento – fanno sapere le associazioni, citate da Il Centro – auspichiamo anche che la Regione voglia rivedere questa decisione e giungere almeno ad una sospensione della delibera e all’avvio di un confronto per trovare un compromesso“. Ipotesi che potrebbe diventare realtà solamente con la sentenza del Tar visto che, almeno fino a questo momento, non c’è intenzione da parte della giunta di aprire il dialogo.
Le polemiche in Abruzzo sugli animali comunque non si fermano. Prima i cervi, ora i cinghiali. E in futuro non è da escludere che altri esemplari possano finire al centro della discussione. Il braccio di ferro tra associazioni e Regioni continuano senza sosta e per il momento, almeno guardando a quanto successo, l’ipotesi di un confronto per arrivare ad un compromesso sembra assolutamente esclusa.