A sottolinearlo è Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista. “I magistrati della Cassazione hanno parzialmente posto riparo all’ignavia del Parlamento e del Governo che non si decidono a legalizzare la cannabis. Consentendo l’autocoltivazione nell’orto o sul balcone di casa si riducono affari delle narcomafie e si salvaguarda la salute dei consumatori che sul mercato illegale spesso acquistano ogni sorta di schifezze.
Ricordo che l’isteria proibizionista continua a rendere difficile l’accesso persino alla cannabis terapeutica. Una situazione tragicomica e irrazionale in cui lo stesso Ministero della Sanità fa bandi per acquistare le piante escludendo espressamente coltivatori italiani. Invece di dare retta ai deliri ipocriti di Salvini il parlamento proceda alla legalizzazione e all’approvazione di una normativa seria.
Se la Cassazione ha depenalizzato il giardinaggio una buona legislazione potrebbe consentire lo sviluppo di un intero comparto agricolo e produttivo consentendo anche positive entrate fiscali per lo Stato”.