E’ quanto risulta dai dati resi disponibili da Unioncamere ed elaborati dal CRESA. Alla fine di marzo 2019 i ristoranti hanno raggiunto in Abruzzo le 4.169 unità, pari al 2,9% del totale nazionale, facendo rilevare un numero di abitanti per ristorante (circa 315) ben al di sotto della media italiana (circa 422).
“Sebbene l’aumento di ristoranti abruzzesi sia poco inferiore a quello italiano – afferma il presidente del CRESA Lorenzo Santilli – rimane un settore molto attrattivo per le imprese considerando che nello stesso periodo il commercio al dettaglio ha subito al contrario un lieve calo e che il settore degli alberghi e ristorazione in genere è aumentato in misura minore”.
La composizione per forme giuridiche vede prevalere tra i ristoranti abruzzesi le imprese individuali (38,9%) seguite dalle società di persone (32,7%) e di capitali (27,6%) differenziandosi dalla situazione nazionale che mostra un maggiore peso delle società di capitali (32,6%). Più di un quarto (26,6%) dei ristoranti abruzzesi è guidato da donne mentre costituiscono quote minori quelli con titolari giovani e titolari stranieri (rispettivamente 12,9% e 9,67%). L’Abruzzo emerge per una maggiore quota di imprese femminili e giovanili rispetto all’Italia (rispettivamente 25,5% e 11,9%).
A livello provinciale non si evidenziano particolari differenze sebbene Chieti emerga con 1.095 ristoranti (26,3% del totale regionale) seguita a brevissima distanza da Pescara (1.029), L’Aquila (1.026) e Teramo (1.019). In relazione all’andamento osservato negli ultimi 8 anni risaltano Pescara (+32,1%) e Teramo (+31,0%) con valori migliori della media nazionale mentre L’Aquila e Chieti mostrano incrementi minori (rispettivamente +23,8% e +19,8%).
La tipologia imprenditoriale risulta più strutturata a Pescara e Teramo dove le società di capitali, pur non raggiungendo la media nazionale, pesano di più (rispettivamente 31,2% e 29,3%). I ristoranti sono più frequentemente di tipo tradizionale a Chieti e L’Aquila dove le imprese individuali raggiungono le quote più elevate (rispettivamente 43,7% e 40,4%).