Le gravi e tristi vicende che stanno interessando la Banca Popolari di Bari, potrebbero avere una ripercussione sul territorio abruzzese fortemente penalizzante, in termini occupazionali, sul servizio alla clientela e per lo sviluppo sul territorio.
”Il piano industriale, comunicato dai Commissari della Banca, è insostenibile”, scrivono in una nota le sigle sindacali, “e come tale irricevibile non solo per le modalità che utilizza dei tagli indiscriminati su risorse umane e filiali ma, anche e soprattutto, perché non contiene una reale visione prospettica della banca nel territorio. Si rinuncia, infatti, ad un forte presidio di una banca radicata in Abruzzo e che costituisce una risorsa per il sistema economico e finanziario della regione.
Inoltre, non tiene conto del mutamento epocale che l’economia, non solo nazionale, ma globale, sta vivendo in ragione della pandemia in atto.
E’ necessario che ci sia un intervento incisivo e deciso delle Istituzioni, Regione Abruzzo, Anci Abruzzo e di tutti i parlamentari abruzzesi per evitare che si renda più debole il sistema finanziario regionale, già fragile, in un momento in cui c’è bisogno di iniettare liquidità a famiglie ed imprese.
E’, inoltre, altrettanto irricevibile, quanto sostenuto da più parti, che l’attuale crisi possa avere origine dall’acquisizione della Tercas/Caripe, da parte della Banca Popolare di Bari. Auspichiamo pertanto l’intervento della Commissione d’Inchiesta sul sistema bancario e finanziario, sui fatti accaduti nel periodo del commissariamento della Tercas/Caripe e sulla successiva acquisizione da parte della Banca Popolare di Bari. A nostro avviso non vi erano i presupposti per poter essere autorizzata.
Occorre necessariamente il ritiro del piano industriale per la tutela dei livelli
occupazionali e per un vero rilancio della banca sul territorio