Si tratta di un numero che raddoppia la media dei decessi in montagna registrati negli ultimi dieci anni. Nei giorni scorsi, dopo le tragiche morti di tre persone tra Natale e S.Stefano, il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico aveva lanciato un appello a tutti i frequentatori della montagna a valutare attentamente le condizioni del terreno prima di intraprendere un’escursione. Infatti in questi giorni il manto nevoso risulta particolarmente instabile e con diversi tratti ghiacciati, spesso anche poco visibili.
Il primo decesso registrato quest’anno è quello dell’imprenditore aquilano Giuseppe Ioannucci, 48 anni, morto il 25 aprile scorso sul Gran Sasso per un malore che lo ha colpito mentre con la tavola da sci stava tornando a valle dopo un un’escursione.
Il primo dicembre viene ritrovato morto il 37enne di Città Sant’Angelo, Matteo Martellini, disperso da venerdì 29 novembre e deceduto per una caduta in un canalone sul versante sud ovest del monte Camicia; lo stesso giorno del ritrovamento muoiono per una caduta Gianpiero Brasile, 58 anni, originario di Lanciano, e Antonio Muscedere (55), originario di Sora e residente a Posta Fibreno in località Rava del Ferro, a 2.500 metri di quota, nel territorio comunale di Sant’Eufemia a Maiella. Il giorno dopo, 2 dicembre, viene trovato morto l’escursionista che era disperso sul versante aquilano della Majella: si tratta di un carabiniere di Sulmona, in servizio a Castel di Sangro, Fabio Cicone, di 51 anni.
Nel giorno di Natale Franca Di Donato, 49 anni, di Roseto, viene travolta da una slavina, a circa 2.500 metri di altitudine: la donna, che aveva deciso di raggiungere il Corno Grande del Gran Sasso, è stata ritrovata il giorno dopo. Proprio a Santo Stefano perdono la vita anche due giovani alpinisti, Ryszard Barone, 25 anni, e Andrea Antonucci (28), entrambi di Corfinio, mentre tentavano di raggiungere la vetta del Gran Sasso sul versante orientale, scivolati e precipitati a valle per un migliaio di metri.