Abruzzo. “Il consigliere De Renzis, uscito dal partito qualche giorno fa, muove le sue truppe (sei persone…) facendo firmare loro un comunicato stampa di dimissioni dal partito attraverso un percorso di fake news nel tentativo, goffo e prevedibile, di danneggiare l’immagine della Lega.
Tranne che l’ex Sindaco Mucci degli altri firmatari nessuno è iscritto al partito della Lega, partito che non votano e non fanno votare da tempo”. Così il segretario regionale abruzzese della Lega, Luigi D’Eramo, sulla nota diramata da sei esponenti politici della provincia di Pescara.
“Provo imbarazzo per De Renzis, sia per l’uomo che per il politico – prosegue D’Eramo -. Ridursi a trarre in inganno gli abruzzesi e gli organi di stampa, rappresentanti della collettività, è la dimostrazione plastica della confusione che in questo momento lo caratterizza. Per un politico dire bugie è l’anticamera dell’oblio. Per un consigliere regionale surrogato dire bugie è l’anticamera dell’abbandono forzato dal ruolo istituzionale. Ma questa vicenda appare strettamente collegata ‘all’affaire’ Sara Marcozzi sulla costruzione di una nuova, inutile, commissione permanente sull’acqua, rispetto alla quale la Lega, come nel suo stile, ha assunto una posizione di coerenza e dunque di contrarietà”.
D’Eramo sottolinea che De Renzis, poco prima di lasciare la Lega, nella sua qualità di presidente della Giunta per il regolamento, ha ‘tradito’ il gruppo consiliare che gli aveva dato mandato, attribuendogli sei voti, di non approvare e di rinviare la decisione sulla nuova commissione: “Il consigliere De Renzis ha disatteso le indicazioni del gruppo consiliare e del partito e la contrarietà emersa successivamente con un intervento del nostro portavoce, Francesco De Santis, ha scatenato l’irritazione e la reazione di qualche genio del centrodestra, guarda caso gli stessi che stanno gestendo il passaggio nel centrodestra della Marcozzi, ex candidata alla presidenza della Regione del M5S, e che esercitano una forte fascinazione sul Consigliere regionale De Renzis. Ordinandogli, immagino, di colpire il suo ex partito. Cosa che lui prontamente ha fatto diffondendo fake news su dimissioni dal partito di gente non iscritta alla Lega – conclude D’Eramo.