A24 ha conquistato nove trofei (sette per il film dei Daniel e due per The Whale con Brendan Fraser) su 18 candidature, sbaragliando la concorrenza di colossi come Netflix (cinque statuette tra Niente di Nuovo sul Fronte Occidentale e il Pinocchio di Guillermo Del Toro) e Disney (un Oscar per Avatar e l’altro per Black Panther: Wakanda Forever).
La vittoria ha cementato lo status di A24 come nuovo “arbitro di tutto quello che è cool”. Puntando su film al tempo stesso popolari e complicati come quello dei Daniel (cento milioni di dollari al box office grazie a un nuovo modo di fare cinema che incrocia gli schemi della franchise Marvel, concetti filosofici come esistenzialismo e nichilismo e i motivi classici della love story e dei rapporti genitori-figli), A24 ha sbaragliato grazie a un nuovo modo di fare cinema. La ricetta, simile a quella che negli anni ’90 fece la fortuna di Miramax, è aggiornata al nuovo millennio con film di qualità ma a costi contenuti, firmati da cineasti emergenti a cui viene data carta bianca e una strategie di marketing sui social fuori dai canali tradizionali.
E’ una favola che comincia sulle montagne tra Lazio e Abruzzo, regione che ha forti legami con la storia del cinema.
Guidando con amici sui 166 km della A24 lungo la quale sono stati girati molti film di maestri surrealisti e neorealisti, il cofondatore Daniel Katz ebbe una illuminazione e decise di lanciarsi nella nuova impresa: “Ho avuto questo momento di chiarezza. Avevo sempre voluto farlo e mai trovato il coraggio.
Ho chiamato la società A24 perché eravamo su quell’autostrada”