Su questo punto continuano a persistere troppe incertezze: le imprese devono sapere se, a fronte di una decisione autonoma della Regione Abruzzo, avranno diritto ai ristori. E lo devono sapere subito”. Lo affermano le Associazioni imprenditoriali Agci, Casartigiani, Cia, Claai, Cna, Confapi, Confartigianato, Confcommercio, Confocooperative, Confesercenti, Confindustria, Legacoop e i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Ugl dopo il primo giorno di allerta massima e restrizioni ulteriori imposte alla società abruzzese per la lotta al contagio da Covid-19. “La chiarezza sui ristori è un atto imprescindibile” spiegano i rappresentanti di imprenditori, lavoratori dipendenti e pensionati, “ma anche sulla tempistica occorre fare chiarezza. I ristori annunciati in estate con le leggi Cura Abruzzo 1 e 2 sono ancora in gran parte non erogati, e a distanza di mesi questo è inaccettabile.
Le imprese sono in enorme difficoltà e non sanno se e quando riceveranno sostegno: ecco perché riteniamo indispensabile un intervento di radicale cambio di passo anche nelle politiche del lavoro, attivando subito ammortizzatori sociali di carattere regionale mettendo in atto strumenti per creare nuova occupazione, ricollocare i lavoratori interessati da vertenze occupazioni e investire nella formazione professionale. Nessuna altra impresa deve chiudere per la burocrazia e nessun posto di lavoro va perso. Anche per questo – chiedono associazioni di categoria e sindacati – occorre mettere a disposizione delle imprese fondi per il microcredito e per nuova liquidità utilizzando anche i Confidi, cambiando passo sulla velocizzazione della spesa dei fondi comunitari 14/20, materia su cui l’Abruzzo a fine giugno era maglia nera d’Italia, e predisponendo progetti condivisi con le parti sociali per l’uso delle risorse previste dal Recovery Fund.
Bisogna cambiare passo anche sulla nuova programmazione dei fondi comunitari 2021-2027 di cui si ignorano scelte e tempi, che devono invece seguire il metodo del confronto di merito preventivo con la parti sociali. E sulla farraginosa macchina regionale, si colga l’occasione per velocizzare i processi di sburocratizzazione, anche utilizzando le opportunità offerte dal lavoro agile per velocizzare procedure e tempi della Pubblica Amministrazione”. Tutto ciò, precisano i firmatari del documento, “nel pieno apprezzamento dell’apertura mostrata dal neo assessore D’Amario e dell’annunciato stanziamento di ulteriori 30 milioni per l’economia reale: ma il timore è che queste risorse, senza un cambio di passo, non arrivino in tempo ai destinatari e non siano, in ogni caso, sufficienti”.
Le parti sociali tuttavia puntano l’indice anche sul “non accettabile ritardo che specialmente in alcuni territori la sanità pubblica continua a manifestare, nonostante gli sforzi enormi del personale sanitario e non: occorre rapidamente cambiare passo nella gestione della sanità regionale, a partire dal numero di tamponi effettuati, dal potenziamento del sistema di tracciamento, dal trattamento dei malati”. “Sono richieste razionali che il mondo produttivo chiede con una sola voce” sottolineano ancora le associazioni imprenditoriali e sindacali, “ed alle quali è necessario rispondere innanzitutto con una caratteristica: la velocità. Occorre fare presto, non c’è più tempo da perdere”.