Un impegno di civiltà nei confronti di tutte le donne, un messaggio forte che deve certamente considerare il tema della parità di genere, ma che deve fare un necessario, ulteriore, importante salto di qualità intervenendo a tutela di tutte le donne che hanno subito l’orrore delle violenze: una tutela che sia piena e garantisca le vittime in tutto il percorso sanitario successivo ad un evento tanto traumatico quanto devastante.
Impensabile continuare a ritenere che le donne stuprate non trovino un percorso sanitario garantito con prestazioni gratuite in strutture pubbliche. Lunghi, dolorosi e complessi sono i percorsi di cura che queste donne e i loro familiari devo affrontare.
Vogliamo quindi proporre alla Regione Abruzzo la realizzazione di luoghi sanitari dedicati, con personale adeguatamente formato, in strutture pubbliche, sull’intero territorio regionale. Un atto dovuto a tutte quelle donne che anche nella nostra regione hanno purtroppo conosciuto la ferocia della violenza, dello stupro.
Donne che hanno rischiato di morire spesso per mano di uomini che dicevano di amarle. Donne che non vanno lasciate sole, mai. E’ un dovere morale che l’intera comunità politica deve assumersi, anche in memoria delle donne che non ce l’hanno fatta, alle vittime di femminicidio; perché tutte e tutti insieme dobbiamo lavorare affinchè mai più, nessuna donna debba perdere la vita per mano di un uomo che le nega la libertà di decidere della propria vita. Noi non ci fermiamo’, conclude l’onorevole.
Le donne italiane non vogliono arretrare in nessun ambito; vogliono, ed è giusto, che i loro diritti vengano garantiti, al pari degli
uomini.
‘Vogliamo introdurre il principio della cultura del rispetto che riteniamo elemento essenziale per una vera parità, per una reale
tutela dei diritti. In questo senso, nei giorni scorsi, ci siamo attivate con operatori e rappresentanti di istituzioni. E’ tempo che anche l’Abruzzo si doti di una legge quadro all’altezza, ad esempio, di quella già esistente in Emilia Romagna – dice Gilda Panella, coordinatrice provinciale delle democratiche –
Le donne pagano, da sempre, un prezzo altissimo in ogni ambito e nulla, nella storia, ci è mai stato regalato. La cura della famiglia, degli anziani, della casa, grava sulle spalle delle donne. La crisi che ancora attanaglia il Paese, colpisce soprattutto le sue fasce più
deboli. “ – e conclude – “ Le donne non vogliono un regresso ‘obbligato’ alla sfera del privato ma le statistiche, unite a innumerevoli esperienze individuali, raccontano come le prime a perdere il lavoro, a essere sfruttate, sottopagate, vessate e quindi a dover rifuggire nella vita privata siano proprio le donne. Non è accettabile che ciò avvenga in un Paese che voglia definirsi civile “.