La Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Abruzzo, Maria Concetta Falivene ha partecipato a una conferenza stampa, organizzata nella sala stampa della Camera dei Deputati a Roma, su “Affido dei minori, la Corte di Cassazione contro l’alienazione parentale”.
Nel corso della conferenza stampa Falivene ha avuto modo di presentare la sua proposta di legge, supportata e condivisa dal presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, sulla istituzione dell’Ispettorato dei servizi sociali “che – ha sottolineato la Garante nel corso della conferenza – parte da un vuoto normativo in cui nell’ordinamento giuridico per il principio della separazione dei poteri, vi deve essere la separazione tra controllore e controllato. Di fatto ad oggi i servizi sociali sono incontrollati, gli assistenti sociali, e, pertanto, non possiamo lasciare che la vita di questi bambini, perché tutti possono incorrere in errori, possano essere in qualche modo danneggiati, privati di una propria identità. Quando si perde un genitore, vi è un affido errato, quando si commette un errore in ambito minorile, noi dobbiamo avere consapevolezza, noi adulti, che sradichiamo le radici, l’anima ai bambini.
Pertanto, io mi auguro che ad oggi sia arrivato il momento di cambiare la prospettiva, di evidenziare sempre di più che il diritto del bambino, il diritto personalissimo del bambino ad avere un rapporto genitoriale. Noi dobbiamo guardare ed esaminare l’ottica del bambino per il quale la madre e il padre, qualsiasi ruolo abbiano nell’ambito della società, sono la loro luce e, pertanto, dobbiamo avere consapevolezza di questo e cambiare prospettiva. Solo in caso eccezionale di tutela pubblicistica e pertanto di casi di violenza assoluta, allora vi deve essere l’aspetto pubblicistico protezionistico”. La Garante dell’infanzia Falivene, ha inoltre voluto sottolineare come “ il bambino che viene allontanato dalla propria famiglia ovviamente perde le radici, perde i riferimenti”.
“Nel momento in cui questi ragazzi vengono proiettati, espulsi dall’ambito della famiglia – ha concluso – noi dobbiamo avere la consapevolezza, tranne casi eccezionali e giusti, che noi non diamo la possibilità a questi ragazzi di avere una continuità affettiva, si interrompere la loro crescita e, pertanto, di renderli smarriti in un ruolo, in una società”.