L’Aquila. In Italia la professione giornalistica è regolata dalla legge n.69 del 1963. Tale legge prevede un albo diviso in due categorie: giornalisti professionisti e giornalisti pubblicisti. Non esistono, dunque, giornalisti freelance, contrariamente a quello che qualche associazione vuol propinare ai giovani che incautamente si iscrivono a presunti corsi di giornalismo che prevedono il pagamento di una retta e stage non retibuiti.
L’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo “diffida gli organizzatori di tali corsi, per il conseguimento di una inesistente qualifica di giornalista freelance, dal continuare i corsi stessi”. Lo stesso organismo di categoria, presieduto da Stefano Pallotta, avverte i colleghi, chiamati a svolgere lezioni, che “possono essere perseguiti (e lo saranno) per sfruttamento del lavoro giornalistico ai sensi della Carta di Firenze, poichè sanno che i giovani, che frequentano tali corsi, oltre a lavorare gratuitamente, con l’inganno dello stage, pagano anche una retta”.
L’Odg, infine, precisa che “la partecipazione ai corsi in questione non dà alcun diritto per l’iscrizione all’Ordine dei giornalisti. Qualora dovesse arrivare all’Ordine una richiesta di iscrizione, sulla scorta della documentazione prodotta dalla società o dalla testata on line che li ha organizzati, si provvederà alla denuncia presso le competenti autorità”.