Nel territorio teramano sarà domani il giorno d’apertura della stagione venatoria, mentre in altre zone della Regione la stagione di caccia è già iniziata. Così come le polemiche. “Lo scorso agosto – inizia il racconto Morelli – l’Ufficio Caccia della Regione ha stilato un calendario venatorio assurdo, con delle restrizioni impensabili, come il divieto di trasportare armi e cani con automezzi in alcune zone dell’aquilano. Questo calendario è stato comunque varato l’11 agosto dalla Regione, provocando subito una vera e propria protesta popolare”.
E continua: “Siamo rimasti meravigliati dall’assessore Pepe: con lui avevamo avuto dei contatti perché era all’oscuro di molte norme riguardanti la caccia e lo abbiamo, per certi versi, istruito. Oltre alla sua ignoranza della materia però, Pepe si è semplicemente limitato ad ascoltare tutti, ma a fare ciò che gli ha indicato il suo ufficio”.
Morelli è un fiume in piena: “In una successiva riunione, al mio attacco a difesa dei cacciatori, il dirigente dell’Ufficio Caccia della Regione, il dottor Di Paolo, mi ha dato ragione, affermando, davanti a Pepe, che quello stilato era un calendario che faceva schifo, illeggibile e anche illegale in alcuni punti”. Federcaccia contesta infatti che non sia possibile ancora cacciare lepri e volpi, mentre, da inizio settembre, su apposita decisione della Provincia di Teramo, si può operare una caccia selettiva dei cinghiali. “Ci saremmo aspettati una reazione dell’assessore – prosegue Morelli – Non solo non c’è stata, ma è venuto fuori un nuovo documento che ha limitato la caccia alla beccaccia”.
Federcaccia Abruzzo è pronta a passare alle maniere forti: “La nostra regione ha il peggior calendario venatorio d’Italia – conclude il presidente – Cosa che ha permesso Pepe, che si dimostra non solo inutile, ma anche dannoso. Da lunedì ci muoveremo noi: chiediamo una riunione con i capigruppo regionali e se il Consiglio Regionale non dovesse prendere provvedimenti contro la Giunta e modificare il calendario, ricorreremo al Tar. Da ultimo, se tutto ciò non dovesse bastare, siamo pronti a fermare la caccia, così poi verranno compresi a fondo i danni dall’avere animali in sovrannumero”.