L’Aquila. Noemi, la bimba di due anni di Guardiagrele affetta da Sma1, Atrofia muscolare spinale, deve essere curata con il metodo stamina presso gli Spedali Civili di Brescia. Lo ha ribadito, con ordinanza, il Tribunale dell’Aquila che stamani ha depositato il provvedimento a seguito dell’udienza in camera di consiglio che si era svolta ieri.
L’azienda sanitaria lombarda si era rivolta ai giudici chiedendo, in particolare, la ricusazione della dottoressa Erica Molino, biologa dello staff di Stamina, nominata lo scorso 12 luglio dallo stesso tribunale coordinatrice dell’equipe che dovrà praticare le infusioni alla bambina che con i suoi genitori nell’autunno scorso era stata accolta dal Papa a Roma in udienza privata. Noemi doveva iniziare le cure il 25 luglio ma proprio a causa di questa nuova udienza le infusioni con le cellule staminali erano state rinviate. I legali degli Spedali di Brescia contestavano, in particolare, il fatto che la Molino era troppo vicina a Vannoni e al metodo stamina. Di parere diverso gli avvocati della famiglia della piccola che ieri hanno sostenuto come la dottoressa sia “molto competente e responsabile”. Altro motivo di scontro tra i legali la valutazione sulle liste di attesa: per l’avvocato della struttura pubblica lombarda Marco Mazzotta ci sono e sono legate alla gravita’ dei pazienti mentre per l’avvocato Michela Di Iorio, che tutela gli interessi dei genitori di Noemi, non esistono, avendo l’ospedale bresciano predisposto una lista sulla base dell’ordine cronologico delle ordinanze dei tribunali. Dallo scorso dicembre ad oggi questo è il quarto pronunciamento dei giudici a favore di Noemi che, tuttavia, deve ancora iniziare l’innovativa terapia, ancorche’ contestata da piu’ parti. Il collegio di giudici era composto dai magistrati Giovanni Novelli, Roberto Ferrari e Giuseppe Grieco. Nell’ordinanza sono stati anche rafforzati i poteri di Erica Molino che nell’ordinanza di qualche settimana fa era stata indicata come commissario ad acta, quindi esperta incaricata di mettere in pratica la filiera per arrivare alle infusioni individuando anche i medici.
“Il tribunale dell’Aquila ribadisce e rafforza quanto già espresso. Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. E poi ancora: “Chi vuole cure di stamina combatta con e per stamina, chi cerca altro non fa parte di questa battaglia. Non serve ipocrisia, serve coraggio”. Così in due twitter il presidente di Stamina Foundation Davide Vannoni commenta la nuova ordinanza del Tribunale dell’Aquila con la quale i giudici hanno ribadito che la piccola Noemi debba essere sottoposta alle infusioni secondo il metodo stamina presso gli Spedali civili di Brescia.
Potrebbe scivolare anche nel penale la vicenda delle mancate infusioni di cellule staminali alla piccola Noemi. Il tribunale dell’Aquila, infatti, che stamani ha ribadito che gli Spedali di Brescia devono sottoporre alle cure del caso la bimba – il tutto sotto la supervisione della biologa Erica Molino – ha infatti deciso di mandare gli atti alla Procura bresciana “sul mancato adempimento” di quanto disposto dallo stesso tribunale, in particolare nell’ordinanza del 10 luglio scorso con la quale si stabiliva che Noemi dovesse iniziare le infusioni il 25 luglio. I giudici aquilani hanno denunciato per la seconda volta le mancate cure a Noemi. Nel rigettare ogni istanza presentata dall’ospedale di Brescia, i magistrati sostengono che l’azienda ospedaliera ha “posto in essere comportamenti dilatori”. In ordine al ricorso presentato per avere chiarimenti in merito all’ordinanza del 10 luglio scorso con la quale si ordinavano le cure a Noemi a partire dal 25 luglio indicando la biologa dello staff di Stamina Erica Molino come commissario ad acta e quindi capo dell’equipe incaricata di operare, si legge: “non puo’ non rilevarsi come le questioni sollevate appaiono pretestuose ed elusive rispetto al provvedimento emanato da questo giudice come gia’ avvenuto in precedenza e stigmatizzato nell’ordinanza del 10 luglio scorso”. I giudici (Giovanni Novelli, Roberto Ferrari e Giuseppe Grieco) sono stati perentori anche sulle liste di attesa che secondo quanto si e’ appreso vedevano la piccola Noemi al 168esimo posto. Il tribunale rileva, tra l’altro, “che come risulta dalla fotocopia prodotta in atti dal padre della piccola di Guardiagrele, l’unica lista esistente e’ quella stilata dall’azienda sulla base dell’ordine cronologico dei provvedimenti giurisdizionali nella ritenuta pari urgenza e gravita’ che caratterizza i medesimi”. La lista di attesa, secondo i giudici aquilani, “appare predisposta solo ai fini organizzativi dell’Azienda, senza alcun riferimento alle condizioni di salute dei pazienti ed all’urgenza o meno di procedere al trattamento”.
“A prescindere dalla sua posizione nella cosiddetta lista di attesa” il tribunale dell’Aquila “dispone che si proceda ad iniziare il trattamento nei confronti della piccola Noemi”. E’ questo uno dei passaggi chiave dell’ordinanza con cui il Tribunale del capoluogo abruzzese riconferma l’urgenza affinche’ gli Spedali civili di Brescia procedano alle cure attraverso infusioni di cellule staminali dettate dal metodo stamina alla piccola Noemi, la bimba di Guardiagrele affetta da Sma1, Atrofia muscolare spinale. I giudici, Giovanni Novelli, Roberto Ferrari e Giuseppe Grieco, nel dare agli Spedali di Brescia chiarimenti sulle modalita’ di attuazione delle cure alla piccola Noemi che attende dallo scorso mese di dicembre il trattamento, oltre al ruoo di commissario ad acta attribuisce alla dottoressa Erica Molino anche quello di ausiliare del giudice, rigettando l’istanza di ricusazione dell’azienda sanitaria lombarda nei confronti della stessa biologa ritenuta “vicina al metodi stamina”, ideato dal professor Davide Vannoni, della Stamina Foundation. “Il Tribunale dell’Aquila – si legge ancora nell’ordinanza – ribadisce le modalità di esecuzione del trattamento che devono essere individuate dalla dottoressa Molino, nominata capo dell’equipe incaricata di condurre il trattamento e quindi spetta alla stessa la decisione, prettamente tecnica, in ordine alle modalita’ delle infusioni (se per via endovenosa ed intramuscolo ovvero per via intratecale), così come la decisione in merito alla somministrazione delle cellule staminali gia’ presenti nella struttura sanitaria ovvero utilizzando cellule, se dalla stessa ritenuto necessario, provenienti aliude”. In questo senso, il tribunale ordina che alla Molino “deve intendersi attribuito il potere di decidere in ordine a qualsiasi altra problematica inerente il trattamento, specificando che a tal fine la stessa va considerata, oltre che capo dell’equipe medica, anche, a tutti gli effetti, ausiliario del giudice”.
“Siamo sereni, ora aspettiamo le l’infusioni e che la giustizia faccia il suo corso”. Da Andrea, il papà di Noemi, solo poche parole a commento dell’ordinanza del Tribunale dell’Aquila che ha nuovamente disposto che la piccina venga curata negli Spedali civili di Brescia. “Ora è meglio non parlare – aggiunge – preferiamo attendere. Questa è la quarta volta che i giudici ci danno ragione. Ma la vera vittoria – commenta infine papà Andrea – l’avremo solo quando Noemi sara’ sottoposta al metodo stamina”.