Parte domenica 1 giugno la Festa di Legambiente nei borghi più belli e caratteristici del Paese con eventi culturali, escursioni, pedalate e feste di piazza per rivendicare con orgoglio il loro contributo all’identità nazionale. Un’occasione per vivere e amare anche l’Abruzzo, ricco e suggestivo, regione Verde d’Europa.
Quest’anno la manifestazione nazionale, sotto l’alto patrocinio della Presidenza della Repubblica, giunge alla decima edizione nazionale. Ma non sono solo belli i nostri piccoli comuni, sono anche sentinelle, specie in quei territori che altrimenti sarebbero abbandonati, roccaforti di antichi saperi e insieme laboratori in cui sta crescendo innovazione e sviluppo sostenibile e che rappresentano gran parte del made in Italy. Luoghi strategici in cui la green economy, unita alla bellezza di paesaggi unici e a una straordinaria varietà ambientale e culturale, può concretamente contribuire a creare nuova occupazione e nuove speranze.
“In Abruzzo – dichiara Francesca Aloisio, responsabile dell’iniziativa – gli eventi principali si svolgeranno in due borghi della provincia di Teramo e Chieti: Castiglione Messer Raimondo e Lama dei Peligni, che accoglieranno i visitatori con diverse attività, per rivendicare con orgoglio la loro identità e la loro voglia di futuro. Un futuro che sappia valorizzare e tutelare la bellezza di questi territori e l’inestimabile patrimonio naturalistico, storico-artistico e paesaggistico, perpetuare saperi e tradizioni e, nel contempo, sperimentare pratiche innovative in fatto di energia, di riciclo dei rifiuti, di economia verde”.
A Castiglione M.R., il 1 giugno, l’evento è a cura della neonata associazione Legambiente Valfino, presieduta da Emiliano Di Rocco, e realizzata con il patrocinio dell’Amministrazione comunale. Il programma, che impegnerà i visitatori per l’intera giornata, prevede due diversi percorsi, uno naturalistico e l’altro architettonico, ma anche laboratori, degustazioni e intrattenimento. All’appuntamento parteciperanno i ragazzi del locale istituto comprensivo che hanno raccontato il paese attraverso dei dipinti e saranno premiati da un’apposita giuria.
A seguire il 2 giugno a Lama dei Peligni, piccolo borgo montano che sorge alle falde della Majella orientale e regno del camoscio, si terrà l’iniziativa intitolata “Aspettando il Chamois International Congress” che si svolgerà dal 16 al 20 giugno sempre a Lama. Summit, all’interno del progetto coordinato dal Parco della Majella, dedicato al camoscio che riunirà per la prima volta i maggiori esperti dell’area compresa tra la Spagna e il Caucaso, passando per le Alpi, i Balcani, i Monti Tatra e l’Anatolia: gli scienziati faranno il punto sulla situazione attuale della specie, condividendo informazioni e conoscenze ai fini di migliorare e studiare progetti di conservazione e attuare possibili soluzioni di valorizzazione del territorio a essi connessi. Nell’attesa, lunedì, in collaborazione con l’Amministrazione comunale e il Parco, i visitatori saranno impegnati in un percorso tra natura, cultura e tradizione, partendo dal borgo per poi dirigersi verso l’area faunistica del camoscio, fino al museo naturalistico archeologico e giardino botanico.
Sempre il 2 giugno, sulla costa, si svolgerà la quarta edizione della Pedalata adriatica, passeggiata in bici, aperta a tutti, per chiedere il completamento della Ciclovia, ramo n.6 della rete ciclabile nazionale Bicitalia proposta da FIAB. Un appuntamento che si dimostra capace di sviluppare e far crescere una rete culturale intorno alla bicicletta che diventa così simbolo del futuro ecologico per la città di domani e strumento di riconciliazione della società con se stessa.
“Questi appuntamenti insieme a tutti gli altri che coinvolgeranno i comuni della nostra regione – conclude Giuseppe Di Marco, Presidente Legambiente Abruzzo – sono un’occasione per visitare luoghi di indimenticabile bellezza, ma soprattutto per una diffusa riflessione sul ruolo e destino delle nostre aree interne e di come si legano alla costa. La crisi economica e sociale ha ridefinito la desiderabilità dei luoghi e stili di vita e verso queste nuove tendenze vanno reindirizzate e valorizzate le vocazioni dei nostri territori in funzione di un diverso modello di sviluppo. Un modello capace di rispondere alle questioni ambientali, come il dissesto idrogeologico o la conservazione degli habitat, ai nuovi consumi, come la richiesta di prodotti alimentari sani a km 0 o di un turismo sostenibile, e capace di costruire nuovo lavoro che sia nello stesso tempo occupazione innovativa e che ridia fondamento sociale all’intera regione. Un modello credibile che abbia alla base delle scelte certe e come direttrice la gren economy: un modello che ci faccia uscire fuori dalla favola della coesistenza di più scenari contrastanti (come petrolio e turismo o agricoltura o pesca) che non illude più nessuno e che non porta alcun successo”.