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Acque di balneazione in Abruzzo: impietoso il confronto con Puglia, Emilia Romagna e Marche

Abruzzo. Il confronto sulla qualità delle acque di balneazione abruzzesi rispetto a quello delle regioni limitrofe è letteralmente impietoso e fa comprendere a che livello è il disastro dei nostri corsi d’acqua. Non fa giri di parole il forum abruzzese del Movimento per l’acqua sullo stato di salute del mare di casa nostra.

 

“Il solerte comunicato dell’ARTA ci comunica che l’80% della costa abruzzese è balneabile”, si legge in una nota. Senza alcun metro di paragone potrebbe sembrare un dato abbastanza tranquillizzante ma è un peccato che l’ARTA non produca il confronto con le grandi regioni adriatiche a noi vicine e con cui competiamo dal punto di vista turistico.
Intanto bisogna abituarsi a parlare non tanto di bandiere Blu ma della classificazione ufficiale dei tratti costieri che una regione vuole aprire alla balneazione in 4 categorie di qualità, secondo quanto dettato dalle normative comunitarie.
Ebbene, il confronto lascia senza fiato. Nelle altre tre regioni la stragrande maggioranza dei tratti monitorati è nella classe “eccellente” (Emilia 99%, Puglia 98,2% e Marche 86%) mentre in Abruzzo rientra in questa categoria meno della metà dei punti di monitoraggio (il 46%). La categoria “scarso”, la peggiore*, in Abruzzo è al 19%, mentre è zero in Emilia, vicina allo zero in Puglia e il 6,5% nelle Marche.

“Solo una classe politica e amministrativa miope può scegliere di adottare la politica dello struzzo”, dicono gli attivisti del forum, “cercando disperatamente di nascondere il fallimento della gestione del territorio e delle sua risorse che sono alla base della nostra economia. Nascondere per altro tempo i problemi sotto la sabbia ci porterebbe solo ad aggravarli ulteriormente.
Noi esigiamo invece che i problemi emergano nella loro gravità perché solo la piena consapevolezza delle criticità può portare ad un radicale ed indispensabile cambiamento nella società. Noi siamo arrabbiati per come le società di gestione dell’acqua siano state letteralmente saccheggiate in questi anni producendo un debito stimato in 350 milioni di euro e restiamo allibiti che anche in questa campagna elettorale si faccia finta di nulla rispetto a tale incredibile “risultato”.
Dichiara Augusto De Sanctis, del Forum acqua “Se i nostri corsi d’acqua sono stati ridotti a fogne lo dobbiamo ad una politica dissennata di gestione della cosa pubblica che ha massacrato anche le opportunità di lavoro, visto che non sono stati fatti investimenti in cantieri per depuratori e reti per centinaia di milioni di euro. Un fiume di denaro sparito in meandri opachi che possono creare consenso dopato ma che alla lunga uccidono l’intera comunità. Questi sono i risultati. Se nessuno paga non risolleveremo questa situazione”.
Il Forum Acqua chiede dunque di
allontanare dal settore acque tutti coloro che sono stati coinvolti nella gestione, a partire dal Commissario al Ciclo Idrico Integrato Caputi a tutti i membri che nel primo decennio del secolo in corso hanno occupato incarichi nei consigli di amministrazione delle società di gestione;
promuovere una partecipazione ampia della società abruzzese nella definizione degli strumenti di gestione come i Piani d’Ambito (dove si decidono gli investimenti) e il Piano di Tutela delle Acque (dove si determinano le regole). E’ incredibile che ancora oggi nei rari tavoli di lavoro a cui partecipiamo soggetti centrali come gli albergatori non siano a conoscenza della volontà della regione di posticipare al 2027 il risanamento di molti fiumi;
-concentrare le poche risorse disponibili nelle infrastrutture alle attività di bonifica, disinquinamento del territorio. Basta strade, megaporti e nuove ed inutili grandi opere, apriamo i cantieri e creiamo lavoro per far tornare bello il nostro Abruzzo;
-pubblicizzare i risultati dei controlli svolti sui depuratori da province ed ARTA;
-fermare le nuove captazioni sui fiumi che diminuendo le portate abbattono la loro capacità di autodepurazione.