Cannabis terapeutica: la Puglia imita la legge abruzzese

Pescara. La legge regionale abruzzese sulla cannabis terapeutica continua a riservarci soddisfazioni. Dopo i servizi di tutta la stampa e le tv nazionali, l’altro giorno Stefano Rodotà la citava in un fondo su Repubblica come esempio di ‘una nuova politica costituzionale’. Ora altre regioni traggono spunto dal nostro testo e ne riprendono gli elementi innovativi”.

Lo ha dichiarato il consigliere regionale, Maurizio Acerbo, sottolineando come la Regione Puglia “che integra la legge che già aveva approvato ma più restrittiva della nostra con una nuova proposta di legge per introdurre la facoltà di sperimentare l’avvio della produzione”.

Per Acerbo “la proposta pugliese riprende due elementi presenti nella legge abruzzese: centralizzazione degli acquisti e sperimentazione produzione e coltivazione. Se la prima previsione consente economie di scala notevoli, la seconda consente alla sanità pubblica risparmi enormi. Bisogna tener conto che i cannabinoidi spesso sostituiscono altri farmaci costosissimi. Ma se si producono in Italia, evitando l’importazione dall’estero, si può risparmiare moltissimo. Secondo alcune stime si può passare dai 50 euro al grammo che paga il cittadino o dai 15-20 che pagherebbe una Asl a un costo al di sotto dei 2 euro. Migliori cure per pazienti, risparmio per le Asl e sviluppo una nuova filiera produttiva: questa è la prospettiva aperta dalla nostra legge regionale. La politica pulita, che si relaziona con la società civile attiva (in questo caso associazioni antiproibizioniste e per i diritti civili), porta l’Abruzzo – conclude il consigliere di Rifondazione – nelle cronache nazionali non per scandali e regalie ma per fatti positivi e innovativi. Più canapa e meno cemento”.

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