La notizia ha scatenato un vero e proprio tam tam politico, soprattutto perché si tratta della stessa società risultata vincitrice della gara del Cup di Teramo nel 2012. Un “precedente” che ha spinto numerosi politici a chiedere la verifica della correttezza della documentazione anche da parte della asl teramana.
“Questa ulteriore verifica – commenta più in particolare il consigliere regionale Claudio Ruffini – è necessaria per sgombrare il campo da qualsivoglia insinuazione sulla correttezza della procedura passata ed è un atto di trasparenza da parte della Asl di Teramo nei confronti dei cittadini teramani. Auspico che questa verifica avvenga al più presto e che la Asl di Teramo metta in atto tutte le procedure amministrative perchè ciò avvenga. Queste verifiche vanno a tutela degli stessi servizi che il Cup eroga, parliamo di servizi importanti e che potrebbero addirittura interrompersi bruscamente con danno agli utenti, se le procedure non fossero corrette. Ad ogni modo mi riservo di presentare apposita interrogazione in Consiglio regionale per chiedere se queste verifiche furono fatte e se la Asl di Teramo alla luce di quello che sta accadendo con il nuovo appalto, intende approfondire ulteriormente”.
Dello stesso avviso anche il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Camillo D’Alessandro, che a suo dire si sarebbe addirittura recato alla Asl di Chieti per formalizzare la richiesta di copia della delibera della gara del Cup regionale. “Bisogna capire – spiega in merito – quali siano le cause ostative individuate dalla Asl di Chieti, quale stazione appaltante. Bisogna capire se le cause ostative possano ritenersi estendibili (tutto da verificare) anche al Cup di Teramo, la cui gara fu vinta proprio da una ditta che oggi invece avrebbe cause ostative per l’aggiudicazione dello stesso servizio a livello regionale . Le cause sono intervenute successivamente? C’erano anche prima? Come sempre – conclude D’Alessandro – Chiodi non parla, fa finta che la cosa non lo riguardi, ma chiederemo anche lui conto”.
“Nella vicenda della gara per l’affidamento del Centro unico di prenotazione (Cup) regionale la Asl Lanciano Vasto Chieti ha seguito scrupolosamente la normativa in materia di appalti pubblici. E’ pertanto poco comprensibile la sovraeccitazione che si percepisce nell’aria su procedure che sono state perfettamente lineari e giuridicamente corrette. L’Azienda sanitaria di Chieti è stata nominata ente capofila della gara dalla Regione Abruzzo. In questa veste l’Azienda ha provveduto a espletare tutte le procedure formali che hanno portato in prima istanza ad aggiudicare l’appalto al Raggruppamento temporaneo d’imprese (Rti) Nike Gesan S.r.l. Solo a questo punto, come prescrive il Codice degli appalti pubblici, è stato possibile procedere alle verifiche su quanto dichiarato dalla ditta aggiudicatrice relativamente al possesso di alcuni requisiti di base e all’assenza di qualsiasi tipo di pendenza giudiziaria. Da questi approfondimenti sono emerse delle criticità dovute a dichiarazioni difformi rese dalla Nike Gesan rispetto a quanto verificato dagli uffici della Asl. Per questo motivo, secondo quanto previsto dal Codice degli appalti e dalle indicazioni dell’Autorità di vigilanza sugli appalti pubblici, la Asl non ha potuto sottoscrivere il contratto e ha proceduto a escludere la Nike Gesan; la relativa delibera non è stata pubblicata nell’albo pretorio in quanto contiene dati giudiziari e sensibili che, in base alla normativa sulla privacy, non possono essere resi pubblici. A questo punto la Asl sta procedendo alle analoghe verifiche preliminari dei requisiti e delle dichiarazioni rese dalla ditta arrivata seconda in graduatoria, la Cns Televita. Nel frattempo la stessa Cns Televita aveva già avviato un’azione legale contro l’aggiudicazione preliminare alla Nike Gesan. Su tale procedimento la Asl attende il pronunciamento dell’autorità giudiziaria”.