Chieti. Risposte evasive. Sarebbe questa, secondo la Filt Cgil, la sostanza della riunione che si è tenuta questa mattina in Prefettura a Chieti per esperire la seconda fase delle procedure di raffreddamento e conciliazione che la Segreteria Regionale della Filt Cgil Abruzzo ha avviato per affrontare sia le pesanti problematiche di natura economica/finanziaria inerenti il gruppo Arpa che l’inopportunità di alcuni provvedimenti aziendali.
In realtà, all’incontro non è stato presente il presidente dell’Arpa Cirulli, che ha scatenato in questo modo le polemiche della sigla sindacale. Lo stesso è accaduto per l’assenza di Giandonato Morra, assessore regionale ai Trasporti: un’assenza importante, che “non ha permesso alcun contraddittorio rispetto alla problematica dei pesanti debiti che la Regione Abruzzo – secondo gli stessi rappresentanti aziendali – ha nei confronti dell’Arpa”.
Non solo. “La lunga lista di chiarimenti avanzata dalla Filt Cgil sui provvedimenti aziendali che hanno costituito le ragioni della vertenza – spiega meglio la sigla sindacale – non ha comportato alcuna risposta esaustiva ma solo generiche giustificazioni imprecise ed incomplete”.
Sembra infatti che non si siano avuti chiarimenti sull’investimento per l’acquisto della sede di Sulmona. “Ad oggi non è dato sapere quanto è costata l’intera operazione – continua la Filt Cgil – e soprattutto con quale livello di indebitamento per l’azienda. Così come nessuna risposta esaustiva è stata fornita sull’acquisto dei autobus sprovvisti delle caratteristiche idonee ad accedere ad eventuali contributi regionali. Allo stesso modo ci saremmo aspettati giustificazioni più plausibili sulle vere ragioni che hanno determinato tre bilanci consecutivi con pesanti perdite tali da superare lo stesso capitale sociale. Anche sull’inutilità di alcuni concorsi interni, l’azienda non ha saputo fornire spiegazioni convincenti e non ha prodotto motivazioni sulla necessità di procedere con urgenza a simili provvedimenti in palese violazione delle disposizioni di legge che disciplinano il diritto di sciopero”.
Bocche chiuse, inoltre, sulle motivazioni che avrebbero indotto il Cda a riconoscere al management “premi a 5 cifre a fronte di tre anni consecutivi con i bilanci in perdita a 8 cifre (oltre 10 milioni di euro), sarebbe stato davvero troppo”.
La mancanza di chiarimenti e di risposte da parte dell’azienda ha reso dunque necessaria la scelta di chiudere negativamente il tentativo di conciliazione davanti al Prefetto. La Filt Cgil Abruzzo riunirà nei prossimi giorni i propri organismi dirigenti per individuare le prossime azioni.