Cosa c’entra un campo sportivo con un sito da trivellare per ricercare gas e petrolio? Il paradosso della domanda, poi, cresce se si considera che l’impianto sportivo è quello comunale di Catignano e il sito da perforare è quello di Colle dei Nidi di Bellante. Due posti in due province diverse, Pescara e Teramo, lontani tra loro una novantina di chilometri.
L’unica cosa che li unisce, volendo credere alla buona fede, è l’ennesimo pasticciaccio burocratico scoperto solo grazie alla battaglia No-Triv, la difensiva ambientalista contro l’assalto delle multinazionali petrolifere ai mari e alle terre d’Abruzzo. Tra Bellante, Corropoli, Mosciano e Campli i sindaci stanno guidando l’opposizione, mediante ricorsi al Tar, alle autorizzazioni rilasciate di recente alle compagnie Gas Plus Italiana, Medoilgas (quella di Ombrina Mare) e Petrorep Italia a ricercare idrocarburi liquidi e gassosi nei propri territori. Autorizzazioni permesse solo previo il rilascio della cosiddetta “Intesa” da parte della Regione
Prima di passare alle manifestazioni di piazza, i No-Triv hanno acquisito e studiato le carte, scoprendo nel fascicolo di Colle dei Nidi che il dirigente del Servizio Attività Estrattive e Minerarie della Regione Abruzzo ha rilasciato l’Intesa in virtù della delibera della Giunta Regionale d’Abruzzo numero 667 del 09 agosto 2003. Il contenuto del documento firmato sotto la Giunta Pace? La proroga al termine per la realizzazione del campo sportivo di Catignano, finanziato con fondi regionali.
“Semplice distrazione, semplice errore materiale?”, si chiedono i No-triv in una nota. Ribadendo la fiducia alla buona fede, credendo alla mera svista o all’errore di trascrizione, gli ambientalisti non possono fare a meno di evidenziare altri casi in cui è stato riscontrato lo stesso errore: l’autorizzazione rilasciata all’Eni “ad esercire provvisoriamente in attesa dell’emissione dell’atto richiesto, un deposito di oli minerali per uso commerciale sito nel territorio del Comune di Pescara – Via R. Paolucci –Banchina Nord sul fiume Pescara”, e un’altra, datata gennaio 2008 con cui veniva autorizza un privato ad esercire un deposito di oli minerali per uso commerciale.
“Andare a fondo, partendo dal permesso di ricerca di Colle dei Nidi, a tutti questi casi in cui c’è è stato rilasciato il permesso per lo svolgimento di attività legate agli idrocarburi con Intesa accordata grazie all’ex delibera 667/2003”, è la verifica che il coordinamento Abruzzo dei No-Triv chiedono all’ente regionale. Una verifica di legittimità richiesta, con un interrogazione, dal consigliere regionale di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo: “Doveroso”, dice, “controllare in quante altre determine sia stata ripetuta la formula riguardante la 667 del 2003. Bisognerà”, ribadisce il consigliere, “andare a fondo di ogni singolo provvedimento per verificarne la piena legittimità”.
Daniele Galli